Erin Robin Resnick – Il pettirosso negli ingranaggi
Sua madre era una ballerina di danza classica ed ovviamente per la figlia sognava il suo stesso percorso.
Il padre, invece, era un ricco banchiere che aveva fatto fortuna all'improvviso, da semplice proprietario di un negozio di giocattoli qual era.
Perennemente abbigliata ed acconciata come una bambolina, dai vispi occhi azzurri e capelli castani, fin da piccola Erin era sempre stata vivace, loquace e anche abbastanza imprevedibile. Si manteneva socievole con la maggior parte delle persone, ma non si avvicinava a tutti, mantenendo le distanze. È sempre stata veloce ad imparare però, e molto, molto curiosa, forse per quello non le andava a genio un futuro già scritto da ballerina. Quando la madre la costringeva a far pratica ne nascevano continui capricci e litigi.
A scuola non era brillante in nulla che non fosse inerente alla creatività o che le stimolasse la fantasia: scrittura, storia, geografia e materie artistiche erano le sue preferite ad esempio, ma peccava nelle materie più tecniche, le trovava noiose.
Non che non esistano scienziati ed inventori da strapazzo, in una città come quella l'inventiva è importante, ma a volte quella bambina senza freni sembrava cozzare con il modello medio piltoveriano, ossia quello dell'uomo razionale, sempre di fretta. Stava sempre con la testa fra le nuvole, e se non lo faceva era a combinare guai da qualche parte.
Era piccola, probabilmente crescendo sarebbe cambiata e si sarebbe data una calmata ma così non fu.
Gilbert, suo padre, era diventato un banchiere facendo accordi con loschi individui zauniti che avevano iniziato a forzare persone a dar lui azioni. Questa cosa era proseguita per anni ma ad un certo punto l'uomo iniziò a sentirsi potente, tanto da credere che la sua potenza finanziaria potesse salvarlo da possibili ripercussioni e che fosse inattaccabile.
Non quella, forse, ma la sua famiglia sì.
A scuola non era brillante in nulla che non fosse inerente alla creatività o che le stimolasse la fantasia: scrittura, storia, geografia e materie artistiche erano le sue preferite ad esempio, ma peccava nelle materie più tecniche, le trovava noiose.
Non che non esistano scienziati ed inventori da strapazzo, in una città come quella l'inventiva è importante, ma a volte quella bambina senza freni sembrava cozzare con il modello medio piltoveriano, ossia quello dell'uomo razionale, sempre di fretta. Stava sempre con la testa fra le nuvole, e se non lo faceva era a combinare guai da qualche parte.
Era piccola, probabilmente crescendo sarebbe cambiata e si sarebbe data una calmata ma così non fu.
Gilbert, suo padre, era diventato un banchiere facendo accordi con loschi individui zauniti che avevano iniziato a forzare persone a dar lui azioni. Questa cosa era proseguita per anni ma ad un certo punto l'uomo iniziò a sentirsi potente, tanto da credere che la sua potenza finanziaria potesse salvarlo da possibili ripercussioni e che fosse inattaccabile.
Non quella, forse, ma la sua famiglia sì.
<Quando ritornò nel nido il cardellino non trovò più i suoi figlioli.
Qualcuno, durante la sua assenza, li aveva rubati>
Qualcuno, durante la sua assenza, li aveva rubati>
Rapirono Erin all'uscita di scuola, ad 8 anni. La portarono a Zaun, in un magazzino abbandonato e li la tennero per un tempo per lei indefinito. Stava al buio e l'unica sua consolazione e compagnia era il lampeggio azzurrino ed intermittente delle manette collegate a delle catene che la tenevano ancorata alla parete. Ceppi al collo, ai polsi e alle caviglie, forse usati precedentemente per tenere fermi cani se non qualcosa di peggiore. Il meccanismo hextech che lampeggiava sarebbe servito a mettere fuori uso la bambina in caso di un suo qualsiasi utilizzo della magia, in modo da prevenire possibili incidenti.
L'intento dei rapitori, comunque, non era solamente quello di riottenere tutte le loro ricchezze: puntavano a punire l'uomo, attirandolo quindi in una trappola per levarlo di mezzo.
Ed è ciò che accadde infatti.
Illudendolo di aver riottenuto la figlia, Gilbert venne freddato sotto gli occhi di questa, mentre per la bambina venne ordinato di scaricarla in una fogna assieme al cadavere del padre, perché tanto ci avrebbero pensato i mostri delle fogne a mangiarsela viva.
Fin da bambino il perenne spettinato Wyatt Resnick era sempre stato magrolino, come a giustificare in quel modo il suo perenne malessere fisico, la sua timidezza e l'asma che ogni tanto lo colpiva a tradimento, aiutata dall'aria già soffocante di Zaun.
Persa una scommessa, il giovane dai capelli color dell'ebano e dagli occhi verdi era stato costretto ad intrufolarsi in quella fogna, in compagnia solamente di un vestiario coprente che lo proteggesse dai pericoli dei liquidi fognari, una macchina fotografica, una torcia e la sua immancabile maschera antigas.
Non appena percepì l'eco di profonde voci maschili proprio dal fondo del tunnel accompagnati dalla luce di una torcia, la sua reazione fu di puro panico. Spenta al volo la sua, si nascose dietro una colonna facendo un gran fracasso perché incappato in della ferraglia vecchia e arrugginita.
Colti di sorpresa da quel rumore improvviso, i due uomini scaricarono nell'acqua, senza neanche controllare che il livello del canale era basso, il cadavere di Gilbert ed Erin, la quale era ancora viva ma ammanettata e mezza intontita da chissà che farmaci, ferite e soprusi. Per la fretta, ad uno dei due cadde persino la torcia hextech nell'acqua, acqua che comunque non era troppo profonda tanto che la piccola non avrebbe rischiato d'annegare.
Ma i due non fuggirono affatto per il fracasso creato da Wyatt, che intanto sbirciava dal suo angolino lontano, ma per ciò che successe alla bambina.
Una volta che le manette e la torcia entrarono in contatto con quei liquidi di scarico incontrollato provenienti da chissà quali fabbriche tecnomaturgiche, Erin venne travolta da una serie di scariche magiche dirette alle manette che iniziarono a surriscaldarsi producendo un fumo simile a fiamme magiche che ogni tanto variavano sul viola, verde, azzurro, giallo e rosso. Erin non sembrava soffrire particolarmente.
Quando ad un certo punto la torcia, che aveva iniziato a fare molta più luce, esplose assieme alle manette che scattarono aprendosi, le fiamme, il fumo e le scosse sembrarono venire istantaneamente assorbite dalla bambina che finalmente reagì sgranando gli occhi. Dopo aver gettato un urlo a tutto fiato calò il silenzio.
Il piccolo Wyatt attese per minuti prima di farsi coraggio e andare a controllare.
Aspettandosi di trovare un qualche mostro pronto a sbranarlo per intero, si sentì sollevato quando si accorse che una bambina probabilmente più piccola di lui - dai candidi capelli bianchi e dagli occhi cangianti - lo fissava implorando aiuto.
Come un piccolo guerriero coraggioso, s'ingegnò per tirarla fuori di lì senza mettere a rischio anche la sua incolumità, ma dopo essersi calato egli stesso sotto nel canale tutto quello stress gli provocò un prepotente attacco d'asma.
Erin intanto era riuscita ad alzarsi e reggendosi a malapena in piedi sembrò smaterializzarsi e ricomparire vicino a lui che, terrorizzato, cercava l'aria. Poggiata una mano al centro del suo petto una flebile scarica azzurra partì dalla piccola, passando lungo tutto il corpo del ragazzino per poi scaricarsi sul terreno. Se lui si sentì improvvisamente bene tornando a respirare normalmente - sostituendo il tutto con un bruciore al tocco di lei perfettamente sopportabile – Erin piuttosto crollò svenuta tra le braccia di Wyatt mentre le bruciature si spegnevano, divenendo normali ustioni.
Nonno Vlastimil si era visto sbucare in casa il nipotino insieme ad una bambina sporca, svenuta, ferita, strana ed addirittura proveniente dalle pericolosissime fogne. Non l'aveva presa particolarmente bene, ma la determinazione e l'apprensione di Wyatt per quella piccola lo aveva colpito, così decise di prendersi il rischio, facendosi carico di tutte le spese ed i pericoli del caso.
Wyatt viveva solamente col nonno inventore da anni dopo la morte prematura dei genitori. Dato le condizioni di salute del nipote e il lavoro onesto che faceva, a rigor di logica avrebbero dovuto spostarsi a Piltover ma le condizioni economiche e i numerosi contatti zauniti che aveva nella città dei privilegi lo mettevano in difficoltà sull'argomento.
Tutto sommato, però, riusciva a dare una vita ottima al bambino ed anche se non poteva permettergli un'educazione scolastica eccellente, era egli stesso a fargli da maestro sfruttando i suoi studi e la vasta libreria che c'era in casa.
Inizialmente Erin non ricordava nulla, neanche il suo nome e fu Wyatt a sbloccarla standole accanto per tutto il tempo della sua convalescenza. Non sapendo dove andare e a seguito della forte insistenza del bambino, rimase a vivere con loro diventando parte integrante della piccola famiglia. Inseparabili, sembravano completarsi a vicenda, quasi come se fossero davvero fratello e sorella.
È lì che imparò a costruire ed inventare, studiando anche dai libri della biblioteca e tornando quindi ad imparare ed approfondire le sue vecchie materie preferite.
Ma fu una meraviglia scoprire che le cose tecniche che tanto trovava noiose in realtà potevano trasformarsi in qualcosa di creativo e divertente, oltre che utile, e che lei stessa poteva inventare.
Meno meraviglioso fu il periodo iniziale di convivenza con i suoi poteri, però.
Dopo un primo periodo di silenzio assoluto, essi iniziarono a manifestarsi. Dapprima erano incontrollati, al solo tocco le capitava di sovraccaricare d'energia magica qualcosa come una radio o una lampadina, ma pian piano imparò a controllare il tutto, aiutata sopratutto dal nonno che, preoccupato, le inculcò in testa che quel suo potere doveva rimanere un segreto. La magia che va in contatto con gli strumenti meccanici viene come contaminata da questi, o almeno sembra sia così visto quel che è successo ad Erin. Che fosse un suo solo caso isolato o no, il fatto che potesse far funzionare qualsiasi oggetto hextech usando la sua magia per legarsi ad essi, caricarli, scaricarli e manovrarli anche a distanza poteva essere controproducente in una città come quella. Avrebbero potuto sfruttarla, schiavizzarla, studiarla. Sul lavoro, poi, non era una cosa poi tanto utile visto che quegli oggetti avrebbero funzionato solo con lei nei paraggi. Con l'impiego di un cristallo o di hex liquido la faccenda già cambiava un po', ma la cosa rimaneva comunque pericolosa.
Escogitando un modo per ricaricare cristalli hex scarichi o addirittura crearne da zero cristallizzando la sua di magia (o facendola liquida), negli anni Erin, aiutata da Wyatt, inventò una serie di oggetti hextech che potessero aiutarla nell'intento e che potessero mascherare il fatto che fosse una specie di maga dell'hex, per quando i due fratelli avessero dovuto difendersi per le strade di Zaun, visto che spesso Erin trascinava Wyatt fuori a combinare guai nei bassifondi.
Il suo intento era far credere alla gente che i poteri derivassero dagli strumenti hextech e non da lei stessa. Per questo motivo costruì dei guanti che le servivano anche per canalizzare meglio il proprio potere. Era con quelli che tentava e ritentava senza successo di creare dei cristalli che non si disperdessero nel nulla perché instabili.
Ma non fu quella la loro massima creazione.
È bene sapere che i due trovarono tra gli scaffali uno o più libri di favole, storie e leggende riguardanti molto spesso animali, storie da tutte le parti del mondo e, che fossero basate sul vero o no, alcune colpirono particolarmente Erin e Wyatt, anche perché di animali a Zaun praticamente non ve ne erano.
Le storie che colpirono i due furono quelle del passerotto e del pettirosso, due storie che praticamente li descrivevano in tutto per tutto. Per anni e anni studiarono, costruirono e raffinarono due bellissimi robot hextech di quei due animali, adattandoli ai loro bisogni e permettendo loro di parlare attraverso numerosissime frasi pre-registrate.
Robin il pettirosso rappresentava Erin caratterialmente e anche un po' esteticamente visto le bruciature e le guance perennemente rosse. Inoltre c'era anche altro sotto, qualcosa di cui solamente Wyatt è a conoscenza e che ha a che fare con un grosso tatuaggio sul braccio della ragazza raffigurante un pettirosso insanguinato incastrato tra ingranaggi vari e che quindi non può volare via.
Little Sparrow, il passerotto, invece rappresentava Wyatt. Come lui, il passero è un uccello apparentemente debole e fragile ma con una grande forza nascosta. La storia raccontava di come, nonostante il suo terrore, quest'uccellino con una forza più possente della sua volontà si era precipitato giù dall'albero per salvare il suo piccolo dall'essere sbranato da un cane.
Col tempo i loro studi si spostarono su qualcosa di molto più... zaunita.
Dato ciò che Erin era in grado di fare, sarebbe stato possibile applicare quel suo potere su qualcosa di vivente, trasferirlo e muoverlo a piacimento dentro un oggetto? Magari passando l'intera vita del vivente dentro di esso?
Erin provò per molto tempo a fare qualcosa del genere e nonostante i suoi studi c'era sempre qualcosa che non andava. Era come se quei topolini utilizzati non diventassero davvero dei contenitori hextech, non riusciva a trasmettere una parte del suo potere su di essi, non come gli oggetti magici che lei stessa incantava e faceva funzionare.
Il punto di svolta lo ebbe quando le condizioni di salute di Wyatt si aggravarono.
C'era qualcosa che i due ragazzi non si erano mai spiegati per bene, ossia il cos'era successo quel giorno nella fogna, visto che anche lui aveva un'ustione lieve sul petto, lì dove lei lo aveva toccato da bambina. L'unica cosa strana che lui era in grado di fare era guarire piccole ferite, ma nulla di più. Solo a se stesso e ad Erin, per giunta. Infatti, dopo quei fatti lui non era guarito per niente dall'asma e dalle sue basse difese, l'unica cosa che riusciva a farlo stare davvero bene erano i viaggi a Piltover o comunque fuori Zaun dove l'aria era finalmente pulita.
Premeditando inutilmente un ennesimo trasferimento di città, Wyatt si buscò una tremenda bronchite, ed è lì che il ragazzo illustrò ad Erin la sua teoria.
Ipotizzò che probabilmente, essendo carichissima in quel momento, toccandolo lo avesse reso un contenitore, come se gli avesse trasferito una parte del suo potere. Con lui forse i suoi tentativi di trasferimento potevano funzionare visto che erano oramai connessi per sempre.
Quando i medici dissero a Vlastimil ed Erin che il ragazzo non avrebbe passato la notte, la ragazza, in accordo con Wyatt, prese la sua decisione.
Mal che sarebbe andata, Wyatt sarebbe morto lo stesso, si diceva. Lo avrebbe perduto, e non se lo sarebbe potuta permettere. Adesso toccava a lei salvarlo.
In realtà non le fu neanche difficile. Tenendo il nonno o chiunque altro all'oscuro di tutto, riuscì davvero a trasferire l'energia vitale (e quindi l'essenza stessa del ragazzo, la sua anima) in un cristallo, quello usato per Sparrow.
Ed è proprio lì che Wyatt vive ancora, intrappolato negli ingranaggi come Erin lo è nei suoi, pur avendo un corpo fisico. E chissà poi perché.
Descrizione fisica
L'intento dei rapitori, comunque, non era solamente quello di riottenere tutte le loro ricchezze: puntavano a punire l'uomo, attirandolo quindi in una trappola per levarlo di mezzo.
Ed è ciò che accadde infatti.
Illudendolo di aver riottenuto la figlia, Gilbert venne freddato sotto gli occhi di questa, mentre per la bambina venne ordinato di scaricarla in una fogna assieme al cadavere del padre, perché tanto ci avrebbero pensato i mostri delle fogne a mangiarsela viva.
<Spicciati e smettila di balbettare!
Hai perso la scommessa quindi adesso entri, fotografi la fine del tunnel e torni!>
Fin da bambino il perenne spettinato Wyatt Resnick era sempre stato magrolino, come a giustificare in quel modo il suo perenne malessere fisico, la sua timidezza e l'asma che ogni tanto lo colpiva a tradimento, aiutata dall'aria già soffocante di Zaun.
Persa una scommessa, il giovane dai capelli color dell'ebano e dagli occhi verdi era stato costretto ad intrufolarsi in quella fogna, in compagnia solamente di un vestiario coprente che lo proteggesse dai pericoli dei liquidi fognari, una macchina fotografica, una torcia e la sua immancabile maschera antigas.
Non appena percepì l'eco di profonde voci maschili proprio dal fondo del tunnel accompagnati dalla luce di una torcia, la sua reazione fu di puro panico. Spenta al volo la sua, si nascose dietro una colonna facendo un gran fracasso perché incappato in della ferraglia vecchia e arrugginita.
Colti di sorpresa da quel rumore improvviso, i due uomini scaricarono nell'acqua, senza neanche controllare che il livello del canale era basso, il cadavere di Gilbert ed Erin, la quale era ancora viva ma ammanettata e mezza intontita da chissà che farmaci, ferite e soprusi. Per la fretta, ad uno dei due cadde persino la torcia hextech nell'acqua, acqua che comunque non era troppo profonda tanto che la piccola non avrebbe rischiato d'annegare.
Ma i due non fuggirono affatto per il fracasso creato da Wyatt, che intanto sbirciava dal suo angolino lontano, ma per ciò che successe alla bambina.
Una volta che le manette e la torcia entrarono in contatto con quei liquidi di scarico incontrollato provenienti da chissà quali fabbriche tecnomaturgiche, Erin venne travolta da una serie di scariche magiche dirette alle manette che iniziarono a surriscaldarsi producendo un fumo simile a fiamme magiche che ogni tanto variavano sul viola, verde, azzurro, giallo e rosso. Erin non sembrava soffrire particolarmente.
Quando ad un certo punto la torcia, che aveva iniziato a fare molta più luce, esplose assieme alle manette che scattarono aprendosi, le fiamme, il fumo e le scosse sembrarono venire istantaneamente assorbite dalla bambina che finalmente reagì sgranando gli occhi. Dopo aver gettato un urlo a tutto fiato calò il silenzio.
Il piccolo Wyatt attese per minuti prima di farsi coraggio e andare a controllare.
Aspettandosi di trovare un qualche mostro pronto a sbranarlo per intero, si sentì sollevato quando si accorse che una bambina probabilmente più piccola di lui - dai candidi capelli bianchi e dagli occhi cangianti - lo fissava implorando aiuto.
Come un piccolo guerriero coraggioso, s'ingegnò per tirarla fuori di lì senza mettere a rischio anche la sua incolumità, ma dopo essersi calato egli stesso sotto nel canale tutto quello stress gli provocò un prepotente attacco d'asma.
Erin intanto era riuscita ad alzarsi e reggendosi a malapena in piedi sembrò smaterializzarsi e ricomparire vicino a lui che, terrorizzato, cercava l'aria. Poggiata una mano al centro del suo petto una flebile scarica azzurra partì dalla piccola, passando lungo tutto il corpo del ragazzino per poi scaricarsi sul terreno. Se lui si sentì improvvisamente bene tornando a respirare normalmente - sostituendo il tutto con un bruciore al tocco di lei perfettamente sopportabile – Erin piuttosto crollò svenuta tra le braccia di Wyatt mentre le bruciature si spegnevano, divenendo normali ustioni.
<Forse non ho tanto bisogno di un medico
quanto di una persona che abbia una ferita simile alla mia>
Nonno Vlastimil si era visto sbucare in casa il nipotino insieme ad una bambina sporca, svenuta, ferita, strana ed addirittura proveniente dalle pericolosissime fogne. Non l'aveva presa particolarmente bene, ma la determinazione e l'apprensione di Wyatt per quella piccola lo aveva colpito, così decise di prendersi il rischio, facendosi carico di tutte le spese ed i pericoli del caso.
Wyatt viveva solamente col nonno inventore da anni dopo la morte prematura dei genitori. Dato le condizioni di salute del nipote e il lavoro onesto che faceva, a rigor di logica avrebbero dovuto spostarsi a Piltover ma le condizioni economiche e i numerosi contatti zauniti che aveva nella città dei privilegi lo mettevano in difficoltà sull'argomento.
Tutto sommato, però, riusciva a dare una vita ottima al bambino ed anche se non poteva permettergli un'educazione scolastica eccellente, era egli stesso a fargli da maestro sfruttando i suoi studi e la vasta libreria che c'era in casa.
Inizialmente Erin non ricordava nulla, neanche il suo nome e fu Wyatt a sbloccarla standole accanto per tutto il tempo della sua convalescenza. Non sapendo dove andare e a seguito della forte insistenza del bambino, rimase a vivere con loro diventando parte integrante della piccola famiglia. Inseparabili, sembravano completarsi a vicenda, quasi come se fossero davvero fratello e sorella.
È lì che imparò a costruire ed inventare, studiando anche dai libri della biblioteca e tornando quindi ad imparare ed approfondire le sue vecchie materie preferite.
Ma fu una meraviglia scoprire che le cose tecniche che tanto trovava noiose in realtà potevano trasformarsi in qualcosa di creativo e divertente, oltre che utile, e che lei stessa poteva inventare.
Meno meraviglioso fu il periodo iniziale di convivenza con i suoi poteri, però.
Dopo un primo periodo di silenzio assoluto, essi iniziarono a manifestarsi. Dapprima erano incontrollati, al solo tocco le capitava di sovraccaricare d'energia magica qualcosa come una radio o una lampadina, ma pian piano imparò a controllare il tutto, aiutata sopratutto dal nonno che, preoccupato, le inculcò in testa che quel suo potere doveva rimanere un segreto. La magia che va in contatto con gli strumenti meccanici viene come contaminata da questi, o almeno sembra sia così visto quel che è successo ad Erin. Che fosse un suo solo caso isolato o no, il fatto che potesse far funzionare qualsiasi oggetto hextech usando la sua magia per legarsi ad essi, caricarli, scaricarli e manovrarli anche a distanza poteva essere controproducente in una città come quella. Avrebbero potuto sfruttarla, schiavizzarla, studiarla. Sul lavoro, poi, non era una cosa poi tanto utile visto che quegli oggetti avrebbero funzionato solo con lei nei paraggi. Con l'impiego di un cristallo o di hex liquido la faccenda già cambiava un po', ma la cosa rimaneva comunque pericolosa.
Escogitando un modo per ricaricare cristalli hex scarichi o addirittura crearne da zero cristallizzando la sua di magia (o facendola liquida), negli anni Erin, aiutata da Wyatt, inventò una serie di oggetti hextech che potessero aiutarla nell'intento e che potessero mascherare il fatto che fosse una specie di maga dell'hex, per quando i due fratelli avessero dovuto difendersi per le strade di Zaun, visto che spesso Erin trascinava Wyatt fuori a combinare guai nei bassifondi.
Il suo intento era far credere alla gente che i poteri derivassero dagli strumenti hextech e non da lei stessa. Per questo motivo costruì dei guanti che le servivano anche per canalizzare meglio il proprio potere. Era con quelli che tentava e ritentava senza successo di creare dei cristalli che non si disperdessero nel nulla perché instabili.
Ma non fu quella la loro massima creazione.
<Puoi volare,
eppure continui a preferire le ferite a un bel paio d'ali>
È bene sapere che i due trovarono tra gli scaffali uno o più libri di favole, storie e leggende riguardanti molto spesso animali, storie da tutte le parti del mondo e, che fossero basate sul vero o no, alcune colpirono particolarmente Erin e Wyatt, anche perché di animali a Zaun praticamente non ve ne erano.
Le storie che colpirono i due furono quelle del passerotto e del pettirosso, due storie che praticamente li descrivevano in tutto per tutto. Per anni e anni studiarono, costruirono e raffinarono due bellissimi robot hextech di quei due animali, adattandoli ai loro bisogni e permettendo loro di parlare attraverso numerosissime frasi pre-registrate.
Robin il pettirosso rappresentava Erin caratterialmente e anche un po' esteticamente visto le bruciature e le guance perennemente rosse. Inoltre c'era anche altro sotto, qualcosa di cui solamente Wyatt è a conoscenza e che ha a che fare con un grosso tatuaggio sul braccio della ragazza raffigurante un pettirosso insanguinato incastrato tra ingranaggi vari e che quindi non può volare via.
Little Sparrow, il passerotto, invece rappresentava Wyatt. Come lui, il passero è un uccello apparentemente debole e fragile ma con una grande forza nascosta. La storia raccontava di come, nonostante il suo terrore, quest'uccellino con una forza più possente della sua volontà si era precipitato giù dall'albero per salvare il suo piccolo dall'essere sbranato da un cane.
<Non avevo mai incontrato una persona
alla quale abbia desiderato affidare la mia anima>
Col tempo i loro studi si spostarono su qualcosa di molto più... zaunita.
Dato ciò che Erin era in grado di fare, sarebbe stato possibile applicare quel suo potere su qualcosa di vivente, trasferirlo e muoverlo a piacimento dentro un oggetto? Magari passando l'intera vita del vivente dentro di esso?
Erin provò per molto tempo a fare qualcosa del genere e nonostante i suoi studi c'era sempre qualcosa che non andava. Era come se quei topolini utilizzati non diventassero davvero dei contenitori hextech, non riusciva a trasmettere una parte del suo potere su di essi, non come gli oggetti magici che lei stessa incantava e faceva funzionare.
Il punto di svolta lo ebbe quando le condizioni di salute di Wyatt si aggravarono.
C'era qualcosa che i due ragazzi non si erano mai spiegati per bene, ossia il cos'era successo quel giorno nella fogna, visto che anche lui aveva un'ustione lieve sul petto, lì dove lei lo aveva toccato da bambina. L'unica cosa strana che lui era in grado di fare era guarire piccole ferite, ma nulla di più. Solo a se stesso e ad Erin, per giunta. Infatti, dopo quei fatti lui non era guarito per niente dall'asma e dalle sue basse difese, l'unica cosa che riusciva a farlo stare davvero bene erano i viaggi a Piltover o comunque fuori Zaun dove l'aria era finalmente pulita.
Premeditando inutilmente un ennesimo trasferimento di città, Wyatt si buscò una tremenda bronchite, ed è lì che il ragazzo illustrò ad Erin la sua teoria.
Ipotizzò che probabilmente, essendo carichissima in quel momento, toccandolo lo avesse reso un contenitore, come se gli avesse trasferito una parte del suo potere. Con lui forse i suoi tentativi di trasferimento potevano funzionare visto che erano oramai connessi per sempre.
Quando i medici dissero a Vlastimil ed Erin che il ragazzo non avrebbe passato la notte, la ragazza, in accordo con Wyatt, prese la sua decisione.
Mal che sarebbe andata, Wyatt sarebbe morto lo stesso, si diceva. Lo avrebbe perduto, e non se lo sarebbe potuta permettere. Adesso toccava a lei salvarlo.
In realtà non le fu neanche difficile. Tenendo il nonno o chiunque altro all'oscuro di tutto, riuscì davvero a trasferire l'energia vitale (e quindi l'essenza stessa del ragazzo, la sua anima) in un cristallo, quello usato per Sparrow.
Ed è proprio lì che Wyatt vive ancora, intrappolato negli ingranaggi come Erin lo è nei suoi, pur avendo un corpo fisico. E chissà poi perché.
“C'è ancora una parte dentro il mio cuore che
spera di essere al tuo fianco fino alla fine.
Non importa quel che sono adesso, sarò per sempre tuo amico”
-Wyatt
Descrizione fisica
Anni: 21
Provenienza: Zaun
Capelli: bianchi
Altezza: 1.75 cm
Occhi: li mantiene color ametista (violetto), ma potrebbe variare le iridi anche in giallo, verde acceso, rosso e azzurro.
È magra, longilinea e dai lunghi capelli bianchi spesso raccolti in una treccia dietro la schiena.
I lineamenti sono delicati, gli zigomi un po' pronunciati e la pelle è molto chiara. Le guance, le labbra ed il naso si mantengono costantemente rosee perché la sua temperatura corporea è lievemente più alta del normale.
La madre cercava di inculcarle la danza classica anche perché aveva visto nella figlia la fisicità giusta per intraprendere la sua stessa carriera visto che il corpo dev'essere forte e flessibile allo stesso tempo. Essendosi tenuta in allenamento ancora oggi, quando vuole, i suoi movimenti possono essere estremamente elastici, precisi, coordinati, con un certo portamento e anche un po' eleganti.
Predilige vestiti stretti, trench, giacche di pelle e stivali lunghi. Adesso è impossibile non incontrarla con il macchinario rettangolare dietro la schiena che lei chiama “La Gabbia”, che contiene per l'appunto Robin e Sparrow quando non li tiene a svolazzare in giro.
Segni particolari: la pelle attorno ai polsi, alle caviglie e al collo è lievemente più rossa per via delle ustioni causatele dai ceppi delle manette. Tende a tenere il tutto sempre perfettamente coperto perché quando si trova a dover utilizzare i suoi poteri queste s'illuminano lievemente d'azzurro.
Inoltre lungo il braccio destro si è fatta tatuare un pettirosso insanguinato incastrato tra ingranaggi vari, impossibilitato a volare via.
Descrizione Psicologica
Come un pettirosso, il comportamento di Erin spesso è imprevedibile e illeggibile. Ciò l'ha aiutata in passato quando doveva giustificare la sua provenienza o per nascondere i suoi poteri, ma in generale visto le sue conoscenze non fatica a parlare con le persone o empatizzare con loro per capirle.
A seconda dei casi, può mantenere le distanze e chiudersi in se stessa pur mantenendosi normale o sulla difensiva per mascherare il tutto, ma il più delle volte, sopratutto se ha di fronte qualcosa che attira particolarmente la sua attenzione e la sua irrefrenabile curiosità di scoprire cose nuove, si lascia andare, cercando di non mettere mai a rischio l'incolumità di Robin e Sparrow. Quella ha la massima priorità ed è per questo che, ancor più di prima, cerca di studiare chi ha davanti o l'ambiente circostante per non farsi cogliere di sorpresa.
L'essere cresciuta tra Piltover e Zaun, frequentando sopratutto i bassifondi di quest'ultima, e l'aver letto tanto le ha permesso di avere una mente alquanto aperta, e nonostante ogni tanto sembri abbia la lingua troppo lunga comprende quando deve stare al suo posto o quando deve andarci cauta in qualcosa.
Anche se cerca di mantenersi neutrale e meno sbadata possibile, è comunque imbranata, ed in passato era Wyatt a sistemare le cose. Adesso che lui praticamente non c'è sa che dovrà cavarsela da sola, avendo a carico anche la sua, di vita.
Di solito non tende a voler combattere, la sua sarebbe più che altro una difesa personale. È incline a voler sollevare il morale delle persone così come cercava, e cerca, di fare col fratello.
In ogni caso, spesso e volentieri qualsiasi meraviglia della meccanica o della magia le fa brillare gli occhi. Se non sta attenta anche letteralmente.
Scrivere, disegnare, canticchiare e lavorare d'ingegneria la rilassa particolarmente.
Di nascosto ogni tanto inizia a ballare seguendo quel che ricorda dei severi insegnamenti della madre circa la danza classica. Più o meno è un suo modo per non dimenticarla e sentirla più vicina, ovunque essa sia adesso, e comunque le è utile per quando si trova fuori casa.
Riesce a percepire la magia, sopratutto negli oggetti hextech e quindi ad individuarne qualcuno nei paraggi.
Essendo come un pettirosso, il tornare rinchiusa da qualche parte non la farebbe stare molto bene.
A seconda dei casi, può mantenere le distanze e chiudersi in se stessa pur mantenendosi normale o sulla difensiva per mascherare il tutto, ma il più delle volte, sopratutto se ha di fronte qualcosa che attira particolarmente la sua attenzione e la sua irrefrenabile curiosità di scoprire cose nuove, si lascia andare, cercando di non mettere mai a rischio l'incolumità di Robin e Sparrow. Quella ha la massima priorità ed è per questo che, ancor più di prima, cerca di studiare chi ha davanti o l'ambiente circostante per non farsi cogliere di sorpresa.
L'essere cresciuta tra Piltover e Zaun, frequentando sopratutto i bassifondi di quest'ultima, e l'aver letto tanto le ha permesso di avere una mente alquanto aperta, e nonostante ogni tanto sembri abbia la lingua troppo lunga comprende quando deve stare al suo posto o quando deve andarci cauta in qualcosa.
Anche se cerca di mantenersi neutrale e meno sbadata possibile, è comunque imbranata, ed in passato era Wyatt a sistemare le cose. Adesso che lui praticamente non c'è sa che dovrà cavarsela da sola, avendo a carico anche la sua, di vita.
Di solito non tende a voler combattere, la sua sarebbe più che altro una difesa personale. È incline a voler sollevare il morale delle persone così come cercava, e cerca, di fare col fratello.
In ogni caso, spesso e volentieri qualsiasi meraviglia della meccanica o della magia le fa brillare gli occhi. Se non sta attenta anche letteralmente.
Scrivere, disegnare, canticchiare e lavorare d'ingegneria la rilassa particolarmente.
Di nascosto ogni tanto inizia a ballare seguendo quel che ricorda dei severi insegnamenti della madre circa la danza classica. Più o meno è un suo modo per non dimenticarla e sentirla più vicina, ovunque essa sia adesso, e comunque le è utile per quando si trova fuori casa.
Riesce a percepire la magia, sopratutto negli oggetti hextech e quindi ad individuarne qualcuno nei paraggi.
Essendo come un pettirosso, il tornare rinchiusa da qualche parte non la farebbe stare molto bene.
Robin e Sparrow
Entrambi di 25\30 cm d'altezza, si compattano e scompattano per agganciarsi alla Gabbia.
Robin il pettirosso si presenta come un uccello in forma adulta, con il petto e il viso spennellato d'arancio manualmente ma con cura. Il resto è di un chiaro grigio metallico. Qui e lì, tra le giunture, vi sono dei filamenti d'hextech liquido ed internamente, a parte ingranaggi su ingranaggi e meccanismi vari, al posto del cuore vi è un cristallo. Le zampe sono in grado di recuperare piccoli oggetti essendo resistenti abbastanza. Sotto il becco vi sono dei forellini da cui escono i suoni, e gli occhi sono dotati di lenti tecnologiche.
Lo stesso vale per Sparrow il passerotto che però è leggermente più slanciato rispetto a Robin e giustamente è più reattivo rispetto a quel robot vuoto e privo di vita. Esteticamente ricorda appunto un passero, ed ha una macchia spennellata e nera che dal becco va giù lungo il collo fino al petto
Wyatt dall'interno è come prigioniero e non può comunicare in maniera ottimale con il mondo che lo circonda, pur rendendosi conto di tutto. Per aiutarsi utilizza le numerosissime frasi e parole registrate nel tempo, oppure cantando o fischiando. È comunque sotto il controllo mentale della magia di lei per cui, come ogni tanto fa con Robin, Erin è in grado di forzarlo a dire o fare qualcosa. Il più delle volte evita.
Molto spesso se è proprio Wyatt a parlare, però, Sparrow balbetta proprio come faceva lui ma in maniera decisamente eccessiva, il che gli da l'aria di essere in qualche modo difettoso.
• Canzone RED ~ Of These Chains
• Musica: Detektivbyrån ~ E 18
• Musica: Detektivbyrån ~ Hus Vid Havet
Statistiche:
Forza | Destrezza | Costituzione | Intelligenza | Saggezza |
10 | 12 | 10 | 18 | 14 |