Dopo qualche giro a vuoto e un paio di entrate nello stesso vicolo cieco, in cui aveva lasciato una crepa su un muro con un pugno per ricordarselo, Alexander arrivò finalmente sul luogo.
"Strumenteria Resnick."
<Beh, sembra il posto giusto. Almeno dal nome.>
Sembrava quasi un fortino. Mura. Cancello. Bella alta. Doveva essere molto capace il proprietario, dal momento che le normali strumenterie non sembravano generare tanti introiti. Questo gli diede una lieve speranza.
Si avvicinò al portoncino, osservando attentamente attraverso le sbarre di quest'ultimo.
<Mh... ok...>
Osservò il citofono in maniera confusa, benché un eventuale osservatore esterno non l'avrebbe notato, per poi guardarsi dubbiosamente la mano.
<Che due palle...>
Guardò di nuovo attraverso le sbarre, nella speranza di notare qualcuno da chiamare per farsi aprire, ma non c'era anima viva. Solo qualche insetto che ogni tanto gli si posava sulla visiera.
<Chiudi i filtri, Svalinn.>
Con un rapido suono metallico, i filtri del respiratore si sigillarono e la chiusura ermetica del casco si sciolse, permettendo di respirare aria in modo diretto e, decisamente, meno salutare. Meglio di farsi incastrare gli insetti nel respiratore, però.
Inspirò un paio di volte in maniera estesa, poi ritornò a ciò che stava facendo. Di nuovo gli si posarono gli occhi sulla mano e, successivamente, sul citofono. Per qualche strano miracolo, almeno, aveva solo un pulsante.
Avvicinò il dito in maniera decisa e riusciva a palpare l'ineluttabilità del momento in cui avrebbe premuto il pulsante con forza eccessiva.
"Un solo pulsante mi sta creando tanti problemi. Chi cavolo sono, una recluta Demaciana che deve bussare al bagno?"
Pigiò il bottone con la minor pressione possibile e ottenibile. Si udì uno strano rumore, un ronzio che gli segnalava la riuscita e nulla più.
Sorrise soddisfatto sotto ciò che ogni tanto definiva "Il secchio".
Tirò via la mano e ritornò a guardare oltre le sbarre. Aspettava impaziente quando, dopo neanche un paio di secondi, un insetto gli volò rasente il visore, andandosi a poggiare sul citofono. Lo scacciò via, ma ciò che vide lo mise in silente agitazione.
Sopra e sotto il pulsante partivano due crepe che segnavano un arco col lato del citofono. Alla fine era successo.
Dopo un breve urlo interno si rigirò verso il portoncino, facendo finta che non fosse successo nulla. Solo allora realizzò che attraverso il portoncino, effettivamente, non ci passava.
"Sono a posto, non è colpa mia."
Continuò a pensare con un sorriso fintissimo mentre si dirigeva di fronte al portone, sempre guardando attraverso le sbarre.
Si ritrovò di nuovo a pensare quanto fosse fortunato che nessuno potesse vedere sotto l'elmo.
Certe volte si odiava. O odiava Svalinn. O entrambi. Non riusciva a deciderlo
"Strumenteria Resnick."
<Beh, sembra il posto giusto. Almeno dal nome.>
Sembrava quasi un fortino. Mura. Cancello. Bella alta. Doveva essere molto capace il proprietario, dal momento che le normali strumenterie non sembravano generare tanti introiti. Questo gli diede una lieve speranza.
Si avvicinò al portoncino, osservando attentamente attraverso le sbarre di quest'ultimo.
<Mh... ok...>
Osservò il citofono in maniera confusa, benché un eventuale osservatore esterno non l'avrebbe notato, per poi guardarsi dubbiosamente la mano.
<Che due palle...>
Guardò di nuovo attraverso le sbarre, nella speranza di notare qualcuno da chiamare per farsi aprire, ma non c'era anima viva. Solo qualche insetto che ogni tanto gli si posava sulla visiera.
<Chiudi i filtri, Svalinn.>
Con un rapido suono metallico, i filtri del respiratore si sigillarono e la chiusura ermetica del casco si sciolse, permettendo di respirare aria in modo diretto e, decisamente, meno salutare. Meglio di farsi incastrare gli insetti nel respiratore, però.
Inspirò un paio di volte in maniera estesa, poi ritornò a ciò che stava facendo. Di nuovo gli si posarono gli occhi sulla mano e, successivamente, sul citofono. Per qualche strano miracolo, almeno, aveva solo un pulsante.
Avvicinò il dito in maniera decisa e riusciva a palpare l'ineluttabilità del momento in cui avrebbe premuto il pulsante con forza eccessiva.
"Un solo pulsante mi sta creando tanti problemi. Chi cavolo sono, una recluta Demaciana che deve bussare al bagno?"
Pigiò il bottone con la minor pressione possibile e ottenibile. Si udì uno strano rumore, un ronzio che gli segnalava la riuscita e nulla più.
Sorrise soddisfatto sotto ciò che ogni tanto definiva "Il secchio".
Tirò via la mano e ritornò a guardare oltre le sbarre. Aspettava impaziente quando, dopo neanche un paio di secondi, un insetto gli volò rasente il visore, andandosi a poggiare sul citofono. Lo scacciò via, ma ciò che vide lo mise in silente agitazione.
Sopra e sotto il pulsante partivano due crepe che segnavano un arco col lato del citofono. Alla fine era successo.
Dopo un breve urlo interno si rigirò verso il portoncino, facendo finta che non fosse successo nulla. Solo allora realizzò che attraverso il portoncino, effettivamente, non ci passava.
"Sono a posto, non è colpa mia."
Continuò a pensare con un sorriso fintissimo mentre si dirigeva di fronte al portone, sempre guardando attraverso le sbarre.
Si ritrovò di nuovo a pensare quanto fosse fortunato che nessuno potesse vedere sotto l'elmo.
Certe volte si odiava. O odiava Svalinn. O entrambi. Non riusciva a deciderlo