La fine di uno dei tanti pomeriggi. L'inizio di una delle tante notti. Il tramonto nascosto dalle nubi di inquinamento della città coprono in parte la luce arancione creando un effetto opaco della luce in parte filtrata che colora le nubi leggermente di arancione.
La città è tranquilla, la gente passa per la strada principale per le sue solite commissioni, per la fretta, per diversi motivi da individuo a individuo, i negozi rimangono aperti, e le luci dei lampioni cominciano ad accendersi una ad una pian piano che la notte si avvicina.
La tranquillità non è ovunque però. Nei vicoli scuri. Nei vicoli nascosti, un rumore si sente, molto lontano dalla strada principale. Un qualche marchingegno, che sputa gas particolare accendendolo per creare una fiammata davanti a se, emesso dalla mano meccanica del cacciatore di taglie. Un altro rumore, le urla di una persona, una donna, ai suoi piedi de pugnali affilati, diversi, e una pistola. Le sue braccia sono tagliate in più punti, la mano destra tagliata. Si agita buttandosi a terra e urlando mentre le fiamme la bruciano viva.
Alcok la guarda continuando con quella sua arma infernale, con un sorriso, ridacchiando sotto la maschera < Le fiamme purificano meglio di qualsiasi altra cosa, non è così? > domanda continuando a ridacchiare.
Lei si agita fino a quando non smette di fermarsi del tutto. Immobile. Il suo cadavere è bruciato, insieme ai vestiti.
Jeptha smette appena non la vede più muoversi, Si avvicina e prende dalla tasca un volantino, la foto di una bella donna *Susan Goraly*, ricercata, scritta rosso in basso * Viva o morta*, sposta il viso del cadavere verso di lui per guardarla e compararla alla foto < mmh > mugugna pensando " Il volto è in parte bruciato, anzi lo è, potrebbero non riconoscerla...potrei non ottenere la taglia..." sorride " ma almeno mi sono divertito".
Alza il corpo e lo porta con se, insieme alla sua pistola " Potrebbe servirmi".
Arrivato sul posto solito, passando da vie nascoste, un palazzo grigio, fuori da esso un pannello in legno con su diverse taglie.
Alcok aspetta un attimo sulla soglia della porta metallica nera, porta con se il cadavere della donna bruciato, la gente che c'è fuori lo guarda di striscio per niente intimoriti, altri cacciatori di taglie molto probabilmente a cui ricambia lo sguardo.
Successivamente entra nel palazzo.
Poco dopo ne esce, con la stessa tranquillità con cui è entrato. Le mani in tasca compiaciuto del risultato " Fortunatamente l'hanno riconosciuta grazie alla sua pistola che ho preso, e mi hanno pagato " pensa mentre cammina, avviandosi sulla strada principale.
Vestito con un trench nero, pantaloni dello stesso colore, cappuccio a coprire in parte la maschera come sempre, scarpe marroni e guanti bianchi alle mani, sicuramente messi dopo il suo lavoro, il trench ha tracce di sangue asciugato sul petto del vestito,cosa che non si nota se non si guarda da vicino e quindi non se ne preoccupa, il fodero di ferro nero sulla schiena attaccato con le cinghie marroni.
Continua a camminar tranquillo, ogni tanto sposta lo sguardo sulle persone che passano.
La città è tranquilla, la gente passa per la strada principale per le sue solite commissioni, per la fretta, per diversi motivi da individuo a individuo, i negozi rimangono aperti, e le luci dei lampioni cominciano ad accendersi una ad una pian piano che la notte si avvicina.
La tranquillità non è ovunque però. Nei vicoli scuri. Nei vicoli nascosti, un rumore si sente, molto lontano dalla strada principale. Un qualche marchingegno, che sputa gas particolare accendendolo per creare una fiammata davanti a se, emesso dalla mano meccanica del cacciatore di taglie. Un altro rumore, le urla di una persona, una donna, ai suoi piedi de pugnali affilati, diversi, e una pistola. Le sue braccia sono tagliate in più punti, la mano destra tagliata. Si agita buttandosi a terra e urlando mentre le fiamme la bruciano viva.
Alcok la guarda continuando con quella sua arma infernale, con un sorriso, ridacchiando sotto la maschera < Le fiamme purificano meglio di qualsiasi altra cosa, non è così? > domanda continuando a ridacchiare.
Lei si agita fino a quando non smette di fermarsi del tutto. Immobile. Il suo cadavere è bruciato, insieme ai vestiti.
Jeptha smette appena non la vede più muoversi, Si avvicina e prende dalla tasca un volantino, la foto di una bella donna *Susan Goraly*, ricercata, scritta rosso in basso * Viva o morta*, sposta il viso del cadavere verso di lui per guardarla e compararla alla foto < mmh > mugugna pensando " Il volto è in parte bruciato, anzi lo è, potrebbero non riconoscerla...potrei non ottenere la taglia..." sorride " ma almeno mi sono divertito".
Alza il corpo e lo porta con se, insieme alla sua pistola " Potrebbe servirmi".
Arrivato sul posto solito, passando da vie nascoste, un palazzo grigio, fuori da esso un pannello in legno con su diverse taglie.
Alcok aspetta un attimo sulla soglia della porta metallica nera, porta con se il cadavere della donna bruciato, la gente che c'è fuori lo guarda di striscio per niente intimoriti, altri cacciatori di taglie molto probabilmente a cui ricambia lo sguardo.
Successivamente entra nel palazzo.
Poco dopo ne esce, con la stessa tranquillità con cui è entrato. Le mani in tasca compiaciuto del risultato " Fortunatamente l'hanno riconosciuta grazie alla sua pistola che ho preso, e mi hanno pagato " pensa mentre cammina, avviandosi sulla strada principale.
Vestito con un trench nero, pantaloni dello stesso colore, cappuccio a coprire in parte la maschera come sempre, scarpe marroni e guanti bianchi alle mani, sicuramente messi dopo il suo lavoro, il trench ha tracce di sangue asciugato sul petto del vestito,cosa che non si nota se non si guarda da vicino e quindi non se ne preoccupa, il fodero di ferro nero sulla schiena attaccato con le cinghie marroni.
Continua a camminar tranquillo, ogni tanto sposta lo sguardo sulle persone che passano.