Lost Chapter of Runeterra

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    [16/05/2016] Deserto del Sai

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    SickAnto


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    Messaggio Da SickAnto Lun Mag 16, 2016 9:25 pm

    È pieno pomeriggio, dove il Sole in alto nel cielo irradia la terra arida e senza vita, formata da sole dune di sabbia, tutte simili tra loro in una totale monotonia. In quel deserto dal nome che per molti è sinonimo di morte, vi è una ragazza che prosegue il suo cammino, lasciando le tracce dei stivali marroni tra le sabbie e tenendo stretta tra le mani in maniera goffa la lancia, che sembra quasi intimidita nel tenerla, come se la stessero osservando, nonostante non ci sia nessuno. Beh, non proprio. C'è una voce sente canticchiare dentro la sua testa, un po' per noia, che in seguito si rivolge indirettamente o meno alla ragazza.
    <Ho fameee~>
    Esclama, con tono dolce ed elegante.
    <Ho fameeeee!>
    Ripete, stavolta più annoiata.
    <Ho. Fa. ME!>
    Sempre più insistente e insopportabile che la povera ragazza non può più fare a meno di ignorare, facendo un lungo respiro.
    <Sitra, abbi pazienza per favore. Non hai mangiato per secoli, puoi aspettare altre paia di giorni.>
    <Ma prima non potevo farlo cara.>
    <Un momento...fare...cosa...?>
    <Lamentarmi con qualcuno, ovvio.>
    <...>
    <Senti, quella rinchiusa per svariati secoli non sei tu. E poi ti ricordo chi è quella magnifica e stupenda persona che ti ha salvato da quei mostriciattoli. Quindi, cerca del cibo. È UN ORDINE.>
    <Ed io ti ripeto di avere pazienza, non mor-> E proprio in quel momento si sente uno strano lamento all'interno di Serq, era il suo stomaco che brontolava lasciando in imbarazzo la giovane nomade, con lo sguardo rivolto verso il basso.
    <Ah ah. Dicevi cara?> Sitra invece la sbeffeggia un po', divertendosi per la situazione. Serq rialza lo sguardo e riprende il cammino, facendo prima un lungo respiro. Passo dopo passo, duna dopo duna, attraversa l'enorme mare di sabbia senza trovare niente di interessante o almeno qualcosa da mettere tra i denti. Nota dopo qualche minuto qualcosa in lontananza e decide di dirigersi per sapere cos'è, ma quando è abbastanza vicina per capirne la forma anticipata da un nauseante odore, comprende che si trova davanti la carcassa del cammello usato come esca per fuggire dai Xer'Sai, ormai vuota e sbranata dalle bestie, dove ci sono rimaste solo le ossa e qualche strato di pelle. Di certo la vista è disgustosa ma lei più che altro sente tristezza nell'osservare la carcassa dell'animale. <Un po' mi sento in colpa.. povera bestia...>
    <Hai solo fatto la scelta migliore. A volte si devono fare dei sacrifici e di certo ce ne saranno di più difficili in futuro, rispetto a questo.>
    <Sì ma...ti sembra giusto usare una vita per mero egoismo di sopravvivere?>
    <Non avevi detto che vuoi salvare qualcuno?> <Sì ma-> <Bene, allora non è stato egoismo il tuo. Su forza, andiamocene da qui, l'aria è irrespirabile e restare qui non ci aiuterà a trovare del mangiare.>
    La ragazza rimane in silenzio ad osservare per pochi attimi i resti dell'animale, per poi annuire alla frase di Sitra, sorridendo lievemente sotto la sciarpa.
    <Mh, concordo.>
    E si rimette in marcia, lasciandosi alle spalle il cadavere della bestia e cercare di uscire da quella terra maledetta.
    Passano ore e Serq vede altro tra quella monotonia di sole onde di sabbia, rovine di un'antica città ormai senza vita che una volta la circondava.
    <Un'altra tomba di migliaia di morti...>
    Esclama Sitra, con un leggero velo di tristezza e al solo vedere queste rovine i suoi ricordi riaffiorano, perdendosi fra di essi, lasciando Serq un po' confusa, non sapendo molto sulla Mezza Ascesa e soprattutto senza che le abbia raccontato niente del suo passato.
    <Fa strano pensare che qualcuno viveva qui. Però queste rovine vogliano dire che siamo quasi fuori dal Sai. Credo...Tu che ne pensi Sitra?>
    Domanda che a sua sfortuna non avrà risposta, con la donna che rimane in silenzio. <Beh, almeno non mi torturerà per un po'. Meglio approfittarsene di questa sua strana calma.>La ragazza decide quindi di prendersi una pausa e inginocchiandosi, posando la lancia per terra e prendendo il suo piccolo quaderno pieno di mappe stellari e architetture varie che ha osservato e disegnato, inizia a sfogliare pagina per pagina nel trovare un foglio vuoto. Infine, alzandosi gli occhiali da aviatore e abbassando la sciarpa beige, inizia con la matita a disegnare ciò che vede all'inizio di quelle rovine: un arco di pietra che probabilmente era l'entrata della città.
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    Messaggio Da SickAnto Gio Mag 19, 2016 6:14 pm

    Un lieve vento soffiava nei campi di grano dove c'era Sitra distesa a rilassarsi prima di un imminente partenza. Dall'aspetto ancora giovane e senza la code e le orecchie da gatto che caratterizzavano la sua ascensione, sebbene per metà. Forse è solo un sogno, un ricordo del passato, ma a lei importa poco e le sembra che sia tutto reale, con il vento a sfiorare la sua pelle e il campo di grano muoversi come in una danza rituale. Occhi chiusi ad ascoltare il silenzio, la gioia di sentire quella pace e calma, lontana da tutto e tutti. Solo quando sente nominare il suo nome riapre gli occhi e alza il busto per vedere chi è, notando una ragazzina correre verso di lei e dalla basta statura che continuava a gridare il suo nome. Sorrise nel riconoscerla e allargò di più le labbra per ridere della seguente caduta goffa che fece la ragazzina imbranata qual era.
    <Ciao Ani. Tutto ok?>
    Salutò dunque, mentre la sua amica si rialzava dalla pessima caduta e riprendeva il respiro vista la corsa che aveva fatto.
    <Sitra, non ti trovavo da nessuna parte. Perché diamine sei qui?>
    Lei ritira le gambe e appoggia il gomito sul ginocchio tenendo la testa sopra il palmo della mano e osserva la città.
    <Avevo voglia di allontanarmi. Tutto qui.>
    Ani sospira mentre si siede accanto.
    <Lo sai se i contadini scoprono che siamo qui, fanno il putiferio, vero?>
    <Beh, allora li uccideremo.>
    L'amica rimane a bocca aperta, perplessa per l'affermazione di Sitra che in seguito le tira un leggero pugno in testa. <Stavo scherzando...>[/font]
    <Ahia! Ma perché il pugno?!>
    Domanda mentre si tocca la testa con entrambi le mani dolorante.
    <Perché ci caschi come niente e prendi troppo spesso le cose seriamente.>
    Ani fa un altro lungo sospiro e rimane in seguito in silenzio, ad osservare da lontano la città e il grande Disco Solare che la sovrasta. Decide di rompere dopo un po' il silenzio.
    <Allora, sei eccitata per il nostro nuovo compito?>
    <Non proprio, dobbiamo solo portare "qualcosa" nella capitale. Niente di che.>
    <Ma di sicuro sarà molto importante...che so...una statua d'oro immensa o...un arma mai vista!>
    <Oppure della semplice merce di poco conto.> Ani sbuffa e si distende completamente, mani dietro la testa ad osservare il cielo. Mille pensieri le passano per la testa ma uno in particolare domanda verso Sitra, con tono di preoccupazione.
    <Hai mai pensato che tutto quello cui siamo abituate sparisse all'improvviso?> Sitra si gira non comprendendo perfettamente la domanda.
    <In che senso?>
    <Nel senso che la città, le nostre famiglie, gli amici ed il resto tutto d'un tratto...PUFF! Scomparso, sparito nel nulla.>
    E riceve un altro pugno in faccia, stavolta più forte.
    <Ahia! Il naso!>
    <Questo perché dici stupidaggini. Pensi davvero che possa accadere? E poi l'impero di Shurima durerà per secoli se non per millenni. Sempre forte e splendente sotto il Disco Solare. Così è sempre stato e così sempre sarà.> Lo sguardo è serio, mentre osserva il Sole che tramonta dietro la capitale per poi ritornare verso Ani.
    <Ti prometto, che mai e nessuno ci separerà. MAI.> Ani sorride a quella affermazione e allunga il braccio sinistro con la mano chiusa escludendo il mignolo.
    <Bene, allora facciamo questo accordo.> Sitra le sfuggì un sorriso, prima che anche lei allungasse il braccio ed incrociò il suo mignolo con quello dell'amica, per stringere la promessa. Una scena che fa scemando, dove tutto si riduce in sabbia e non rimane più nulla. Non è riuscita a salvare nessuno. Non ha nemmeno mantenuto quella promessa. Ha fallito in tutto. Cadrebbe nel buio della depressione, della tristezza. Il totale isolamento. Se non fosse che sente essere chiamata da Serq, che durante quel suo sogno aveva finito di disegnare. <Sitraaaaaa.> Esclama per l'ennesima volta, visto che non ha avuto risposta in precedenza.
    <Dimmi mia carissima schiavetta rompiscatole.> Le risponde, con tono seccato e infastidito, quasi non voleva essere interrotta. Serq alza il disegno, osservandolo e piegando di lato la testa. <Come ti sembra il disegno?> Ci riflette qualche istante prima di dare una risposta, osservando attentamente il disegno. <Mmmmnh. Mi sembra fatto bene. Sei brava a disegnare.> Serq gonfia le guance e socchiude gli occhi, scettica riguardo all'affermazione della Mezza Ascesa. <Non è vero, fa schifo.>
    <Ma guarda che è un bel disegno...>
    <No, fa schifoooooo. Insomma, guarda! Alcune parti sono storte!>
    <A me non sembrano fatte così male. Non sarà un capolavoro, ma non lo dichiarerei uno schifo. Apprezza quel che fai, per Rammus!>
    Serq a quella frase sbuffa e si distende per terra all'indietro, continuando a tenere in alto il libretto in mano per dopo qualche minuto rialzarsi in piedi e osservare l'ingresso della città decaduta. È incuriosita del fatto su cosa possa esserci tra quelle rovine e decide dunque di inoltrarsi per saziare la sua curiosità. Posa il libretto e si rimette occhiali e sciarpa. Superata la vecchia entrata attraversa varie strutture crollate o sepolte dalla sabbia che probabilmente erano case e negozi degli antichi shurimani.<Forse trovo qualcosa di commestibile.>
    <In una città morta da secoli?>
    <Ehm...ripensandoci...no...> Prosegue il suo cammino, senza perdere ogni dettaglio che la vecchia città le potesse offrire, finché non si ferma in un punto dove alcune strutture sono quasi intatte e perfettamente conservate nel tempo. <Mmmnh...> Mugugna per qualche secondo e le viene una piccola idea. Prende la l'arma a doppia lama e la lancia sopra il tetto di un edificio, non troppo alto, per poi iniziare ad arrampicarsi su di esso. Raggiunta la cima cerca di dare un'occhiata per vedere meglio la struttura della città. Nota un palazzo in avanti, che forse era del governatore della città e che ora è solo un cumulo di macerie e sabbia, senza alcun modo di entrarvi. <Perfetto. Ora bas-AAAAAAAAAAAH> Non ha il tempo di parlare che il tetto crolli e lascia cadere la povera sfortunata che scivola in una piccola collina di pietre, sabbia e macerie fino a raggiungere terra dove esclama un lieve lamento. Leggermente dolorante. La lancia ironicamente le cade davanti al volto che si pianta per terra con una delle lame.
    <Mh, direi che te la sei vista brutta. Poverina.> Eccolo di nuovo, lo sbeffeggiare di Sitra che si diverte per l'ennesima volta alle disavventure della ragazza. Serq cerca di sopportarla come sempre e si rialza togliendosi di dosso tutta la sabbia, riprende la lancia e in seguito controlla dove diamine è finita. All'apparenza sembra un'abitazione ma vuota, spoglia, con a malapena le mure parzialmente intatte. Controlla se c'è qualcosa e riesce a notare dei vasi, alcuni rotti e solo uno intatto che quando lo controlla trova. <Nullla...Solo sabbia...>
    <Ma la sabbia è rara, potresti farne una fortuna!>
    <Ooook...>
    <Pensa alle dunette Serq! Dunetteeeeee~> E dopo questo la povera disgraziata cerca in tutti i modi di ignorarla e andate avanti. C'è una cosa che riesce a farla distrarre dalla stressante voce della Mezza Ascesa. Altre voci in lontananza. Chissà chi saranno...Serq al solo sentirli inizia a preoccuparsi, sa già che il deserto non è un luogo sicuro e le persone ancora di meno, visto i molti predoni e mercenari che circolano nella zona. <Vediamo chi sono...>
    <Forse sarà un ottimo allenamento.>
    <Preferisco evitare scontri. Grazie.>
    <Va bene va bene ma...Serq cara.> Serq fa un profondo sospiro, sperando che non sia una stupidaggine. <Cosa...?>
    <Dunetteeee~> Risponde dunque la Mezza Ascesa, sussurrando, con l'altra che cerca di non perdere le staffe, mandandola mentalmente a quel paese e concentrarsi sulla provenienza delle voci.
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    Messaggio Da SickAnto Sab Mag 28, 2016 7:40 pm

    Attraversa le varie rovine che circondano il luogo, seguendo la provenienza delle voci, ancora difficili da capirne qualcosa. <Secondo te chi saranno?> Domanda Serq a colei che in certi versi dovrebbe essere un’amica. <Dei gatti, sicuramente dei gatti. Serq, siamo in uno dei luoghi più pericolosi di Shurima, nel bel mezzo di antiche rovine, secondo te cosa potrebbero essere se non degli idioti volenterosi a morire?> Una risposta più o meno acida la sua…come al solito… <Ho capito…lascio perdere e andiamo a vedere…> E continua ad avvicinarsi verso il punto d’interesse, fino a quando le voci non iniziano a farsi più chiare, notando alla fine tre persone in un luogo che apparentemente sembrerebbe la vecchia piazza della città, solo più sabbiosa. Preferendo voler capire le loro intenzioni e la situazione, si nasconde dietro uno dei tanti muri parzialmente crollati, osservando i tre uomini. Armati di scimitarre e pugnali, sembravano dei semplici banditi di poca importanza, visto che i vestiti erano anche un po’ rovinati. <Meglio evitarli ed uscire da questa vecchia città…> Mormorò la ragazza, preferendo dunque non avere problemi di alcun tipo.<Ma per favore. Un paio di botte non fa male a nessuno.> Cosa che non si può dire per la Mezza Ascesa, tentata nel voler creare uno scontro. <Botte…certo…> Esclama Serq con un po’ di ironia. Rimane per qualche minuto li, inginocchiata dietro al muro per riflettere su cosa fare e come trovare un’altra soluzione, finché non viene distratta. Una mano è poggiata sulla sua spalla destra e appena si gira nota un altro bandito con soltanto un arco dietro la schiena. <E tu chi sei?> Chiese verso la ragazza, dalla voce molto giovane e sospettoso nei suoi confronti. “Merda…” Ciò le aumentò la preoccupazione e pensava che ormai non poteva più evitare scontri, a meno che lui non dicesse niente. <Senti, non voglio guai…quindi…che ne dici se fai finta di non avermi visto? Giuro che me ne andrò subito.> Fece dunque un tentativo di convincere il ragazzo a far finta di niente, ma mente lui ci stava riflettendo e per poco non accettava, altri due banditi se ne accorsero che aveva trovato Serq, mandando tutto a rotoli e rendendo la vita più difficile alla ragazza. <Totoun, complimenti ragazzo! Hai trovato un intruso!> Esclama uno dei due, dando due colpi sulla spalla del giovane e spostandolo da li, controllando da più vicino Serq. <Mmmnh…e tu chi sei brutto bastardello?> Chiese con molta arroganza e dall’alito particolarmente pesante, visto che sembrava non si sciacquasse la bocca da mesi, con Serq che per poco non vomitava dal maleodorante odore. Rimane però in silenzio, non volendo (oppure non riuscendo) rispondere alla domanda dell’uomo, che sentitosi offeso e molto sospettoso, la prese con forza dal braccio trascinandosela fino al luogo dove stavano gli altri due, senza che lei potesse far nulla. <Ehi ragazzi! Guardate cosa ha trovato il ragazzo!> E butta per terra con violenza Serq, che in quel momento le cade il copricapo, rivelando così i lunghi capelli marroni composti da piccole treccine. <Oh…una ragazzina…> Dice uno, che controlla da più vicino Serq, notando prima la lancia che la usa come sostegno per rialzarsi e poi la daga nel fianco. <Ed ha anche dei reperti interessanti.> Fa un sorriso, soddisfatto, rimanendo affascinato dall’arma. <Potemmo farci una bella fortuna.> Al solo sentire questo, la Nomade tiene strettamente tra le sue mani la lancia, con somma paura ma evitando che si notasse. Viene afferrata dall’energumeno di prima che la solleva da sotto le spalle e un altro cerca di prenderle l’arma che lei cerca in ogni modo di tenersela ma le viene dato un pugno nello stomaco e dolorante molla la presa. Le viene presa anche la daga e in seguito mollata di nuovo violentemente, rimanendo inginocchiata con le mani congiunte allo stomaco per il colpo preso. Stranamente Sitra non ha fatto niente e nemmeno detta alcuna parola, è soltanto rimasta in silenzio ad osservare, quasi incuriosita di come si evolveranno le cose. Serq rialza lo sguardo verso l’uomo che le ha preso le armi e che le osserva con grande stupore ed ammirazione. <Dimmi ragazza…> Distoglie lo sguardo dalle armi e lo abbassa verso Serq, con un volto curioso. <Dove hai trovato queste meraviglie?> La Nomade invece inizia a provare rabbia nei loro confronti, nonostante sia ancora spaventata per la situazione che si è cacciata. <Sono di mia proprietà…ritornamele prima di pentirtene.> A queste affermazioni rimane prima perplesso e in seguito scoppiò a ridere, non di certo sentitosi minacciato da una ragazzina. <Certo che ne hai di coraggio! Oppure sei molto stupida!> Si gira, lasciando le spalle a Serq e facendo cenno ad uno di legarle le braccia dietro la schiena. <Però a me non interessa di quanto sei idiota. Sarai una buona merce. Ma che dico…diventerai un’ottima puttanella!> Serq a questo punto, con la rabbia che le saliva, si alzò da terra e corse verso l’uomo tirandogli una gran testata nella schiena, viste le mani legate. Un gesto puramente d’istinto e non conveniente alla fine. Venne presa dall’energumeno e allontanata, buttandola per l’ennesima volta per terra. Quello che è rimasto “vittima” del suo attacco si rialzò furioso verso la ragazza e con la lancia in mano decise di avvicinarsi a lei. <Brutta stronza…adesso me la paghi!> E stava per infilzare il petto di Serq con l’arma…se non fosse per una cosa. Era bloccato, impotente, come una statua. Non riusciva a far muovere l’arma che si era lievemente illuminata. <Ma che cazzo?!> imprecò l’uomo, confuso e arrabbiato allo stesso momento.Serq fece un sospiro di sollievo e sentì in maniera molto forte la presenza della donna. <Deduco che hai deciso di agire.> E dopo questa esclamazione, scomparì in una luce dorata dove in poco tempo prese il suo posto la Mezza Ascesa, in piedi e in tutta la sua magnificenza. Aveva gli occhi chiusi e quando li aprì, prese la lancia dal manico e perforò con molta prepotenza la testa dell’uomo, con la lama che fuoriusciva da dietro il suo cranio, sanguinante, per poi ritirare l’arma e lasciare che il corpo cada ormai senza vita. Gli altri banditi rimasero increduli, sbalorditi nel vedere cosa stava accadendo e iniziavano a provare un po’ di paura, tranne l’energumeno che pieno di rabbia per la morte del compagno sguainò la scimitarra e si diresse minacciosamente verso Sitra, che non si mosse da li e senza farci troppo caso, bloccando la spada dell’uomo con la lancia ad estrema facilità. <Uno, due, tre, quattro e cinque. Mnnh…> L’unica importanza che diede fu il numero di banditi e sempre non curante chiese una cosa alla ragazza. <Serq, quanto ci ho impiegato nell’eliminare i mostriciattoli?> <Ehm…eccco…su per giù 3 minuti…credo.> L’uomo che aveva davanti, che si stava sempre di più innervosendo dal suo comportamento iniziò anche a sbraitare. <EHI BRUTTA STRONZA! NON IGNORARMI!> E cercò di nuovo di sferrare un attacco con la spada che si rivelò inutile, colpendo soltanto sabbia. <Bene…inizia a contare da…> Sitra si era slanciata in aria, sopra di lui, per poi portarsi dietro l’uomo e sferrare un colpo secco con la lancia, tagliando perfettamente in due il corpo. <Ora.> In seguito roteò l’arma per poi piantarla per terra e con un cenno della mano, sfidò gli altri banditi di attaccarla e divise l’arma in due. Due abboccarono alla sua provocazione e decisero di attaccarla insieme, ma lei riuscì a schivare e parare i loro tentativi e contrattaccò in maniera molto veloce decapitando il primo, piantando una lama nel suo collo per poi rimuoverla violentemente e staccando dunque la testa dal resto del corpo. Vario sangue c’era nel terreno dello scontro ma anche addosso alla donna, dai vestiti fino ai capelli e ovviamente anche le due lame della lancia erano piene di sangue. Il quarto bandito, ormai scoraggiato vedendo la fine del suo compagno, si fermò, non sapendo più in che modo reagire ed iniziò a tremare. Sitra sorrise, godendosi di quello spettacolo di puro terrore che vedeva nei suoi occhi. <Questo sì che è adorabile.> Esclamò del tutto soddisfatta, piegando lievemente il collo verso sinistra e in seguito con la lunga coda afferrò l’uomo da una gamba e lo fece cadere. Iniziò a canticchiare e fece roteare per qualche istante la lancia, muovendo lentamente i piedi che spostavano la sabbia, quasi come se stesse ballando. Chiuse gli occhi, fermò i suoi movimenti. Lancia nel petto in posizione verticale e infine essa cade violentemente nel volto del bandito tagliandolo in due. <Serq, quanto ci ho messo questa volta?> <Ehm…se non ho contato male…un minuto e sessanta secondi.> <Beh, è stato fin troppo facile…> <Ma c’è n’è un altro ancora vivo…> Riapre lentamente gli occhi e osserva l’ultimo rimasto che aveva buttato per terra l’arco ed iniziato a scappare. <Sì lo so. Che noia i codardi…> <Dai, chi se ne frega di lui, lasciamo-> E non riesce a completare la frase che Sitra ha già iniziato a scattare verso il fuggitivo, saltando tra i vari edifici distrutti e si pose davanti a lui concludendo con un elegante piroetta. <Dove pensavi di andare?> Lama puntata verso il ragazzo che cade a terra nel frenare la corsa e rimane ad osservare Sitra particolarmente spaventato.<Addio!> E la lancia discende rapidamente verso di lui che sta per renderlo un mucchio di carne ma…<ASPETTA!> Si sentì urlare la Mezza Ascesa dentro la testa, che fermò la discesa dell’arma proprio a pochi centimetri dal volto del ragazzo. <Perché cazzo mi dici di aspettare?!> Chiese particolarmente infastidita e ringhiando pure. <Lascialo stare> <Cosa?! PERCHE’ CAZZO DOVREI?!> <Perché non c’è più bisogno. Insomma guardalo, è solo un ragazzino. Sicuramente è stato costretto a lavorare con quelli li.> Sitra in quel momento voleva picchiare con tutte le sue forze Serq, voleva farle pentire di ciò che aveva detto, ma sfortunatamente non poteva e cercò di placare la sua furia. Fece un lungo respiro e sbatté la lama dell’arma per terra, osservando sospettosa il ragazzo.<Touuuuu-> <Totoun.> <Totoun ecco sì. Mh, quanti anni hai?> <V-v-ven-ti.> <Ce l’hai una famiglia?> <Ehm…h-ho m-mia mad-dre.> <Bene piccolo bastardello, tornatene dalla mammina e cercati un lavoro onesto.> Detto questo si tolse dal passaggio e si appoggiò al muro con le braccia conserte, con Totoun che rimase perplesso e confuso del gesto.<Davvero…?> <Se ti dico che puoi andare puoi andare. Anche se gradirei qualcosa in cambio per averti risparmiato la vita…> Il ragazzo si alzò e prese dalla borsa un pezzo di pane consegnandolo alla Mezza Ascesa, che le sfuggi un piccolo sorriso, per poi prendere il pane. <Grazie, ora vattene prima che me ne penta.> E dunque Totoun iniziò a correre, allontanandosi da quel luogo, lasciando dunque sole le due li, insieme ai vari cadaveri fatti a pezzi. <Plebei...> Mormorò Sitra prima di lasciare il posto a Serq, con il pane in mano e tutta contenta di poter mettere qualcosa in bocca che lo posò dentro la sua borsa per ora. <Almeno non morirò di fame. E tutto bene quel che finisce bene!> Da uno sguardo alla strage che ha compiuto l’altra donna e un po’ nauseabonda, ci ripensa. <Beh…quasi…> Va a prendersi la daga, che era accanto al corpo della prima vittima di Sitra, rinfoderandola, per poi riprendersi il copricapo e dopo avergli dato de colpi per togliere la sabbia, se lo rimise in testa. <Fortunatamente non si è sporcato di sangue.> <Visto che sei bella pronta andiamocene da qui e rispettiamo i morti.> <Concordo. Tanto sono certa che non manca molto per uscire dal Sai.> <E dopo?> <Cosa intendi?> <Dove vuoi andare? Non sappiamo dove siano tua madre, tuo nonno ed il resto della tua tribù. Quindi dobbiamo iniziare da qualche parte.> Serq in quel momento osservò il Sole che stava tramontando, col volto tra il timore e la curiosità. <Fuori da Shurima…?> Non era tanto sicura, ma allo stesso tempo ardiva la voglia di sapere cosa c’è oltre l’immenso deserto. <Esatto, dubito che li troveremo qui. E poi voglio sapere com’è cambiato il resto del mondo dopo svariati secoli.> Socchiude gli occhi e stringe i pugni, pensierosa. Conosce poco o nulla al di fuori di Shurima e questo ovviamente la spaventa, ma ahimè, la tentazione è forte. <Ma sì, tanto non ci potranno essere mostri più pericolosi di quelli dl Sai…giusto?> <Su questo non ti posso garantire niente, però…prenditi una decisione…dove andiamo?> <Beeeeeeh…che ne dici di Zaun?> <Mai sentita nominare. E mi sembra un nome stupido.> <So solo che è una città molto progredita e cose che si muovono di metallo e fumo, molto fumo.> <Stupefacente…no seriamente è strabiliante…> <Allora andiamo?> <E’ quello che sto aspettando. Su su muoversi.> E infine, Serq cominciò ad incamminarsi con la lancia in mano e le rovine alle sue spalle. Che il viaggio incominci.[Exit]

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