Cielo azzurro, macchiato da qualche nuvola, ma nessuna che si possa pensare di raggiungere, dall'altra parte invece a far contrasto vi è una vasta distesa di sabbia, un gigantesco manto dorato. Due spazi apparentemente infiniti separati da una sola linea, l'orizzonte. Questo stato d'armonia viene però interrotto da, per quell'immensità, un piccolo mago: Judal. Sta svolazzando a destra e manca senza un obiettivo preciso e sembra anche abbastanza irritato. L'unico elemento a dargli conforto è il calore piacevole del deserto affievolito dal venticello creato dalla velocità di volo, non troppo accelerata, ma neanche troppo calma.
<Noia.> E' lo stato che sta assillando Judal oramai da qualche giorno. <E' davvero possibile che non ci sia mai nessuno in questo dannato deserto?> Dice in tono seccato. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che si è divertito con qualcuno, ma si.. i soliti giochi.. come “Fuggi o.. sorpresa!”, una variante del classico nascondino creata per renderlo un po' più appagante, o perlomeno per lui, tuttavia.. < Zero, non c'è anima viva. > Decide allora di fermarsi per un po', scende di quota e giunto a terra si butta a peso morto all'indietro. I suoi occhi rossi paiono assorbire quell'innocente cielo, così come il nero dei vestiti crea lo stesso effetto sulla sabbia. Prende una manciata di quest'ultima e la fa scivolare lentamente dalla sua mano, mentre lui l'osserva attentamente. Non fa in tempo a cadere tutta che già la lancia lontano da sé, ed inizia a farsi rotolare giù da una duna su cui era sceso senza farci caso. Arriva a fondo tutto insabbiato, si alza in piedi e si da qualche colpetto, non che lo infastidisse, ma.. si, lo infastidisce. Adora la sabbia, ma odia averla addosso, graffia la pelle, quando si muove fa un rumore fastidioso, e.. questi due motivi sono già abbastanza validi per Judal.
Sta per fare un passo avanti, ma si ferma di colpo. Una breve scossa seguita da una calma a dir poco surreale, ma ciò che gli suscita particolare curiosità è la giovane ragazza apparsa alle sue spalle. Non capita spesso di fare incontri simili, in mezzo al deserto poi, e quei pochi avvenuti non erano di certo tutti rose e fiori.
<Saresti?> Chiede alla giovine. Si volta verso di lei, del Rukh nemmeno l'ombra, pare non sia un corpo reale.
<Noia.> E' lo stato che sta assillando Judal oramai da qualche giorno. <E' davvero possibile che non ci sia mai nessuno in questo dannato deserto?> Dice in tono seccato. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che si è divertito con qualcuno, ma si.. i soliti giochi.. come “Fuggi o.. sorpresa!”, una variante del classico nascondino creata per renderlo un po' più appagante, o perlomeno per lui, tuttavia.. < Zero, non c'è anima viva. > Decide allora di fermarsi per un po', scende di quota e giunto a terra si butta a peso morto all'indietro. I suoi occhi rossi paiono assorbire quell'innocente cielo, così come il nero dei vestiti crea lo stesso effetto sulla sabbia. Prende una manciata di quest'ultima e la fa scivolare lentamente dalla sua mano, mentre lui l'osserva attentamente. Non fa in tempo a cadere tutta che già la lancia lontano da sé, ed inizia a farsi rotolare giù da una duna su cui era sceso senza farci caso. Arriva a fondo tutto insabbiato, si alza in piedi e si da qualche colpetto, non che lo infastidisse, ma.. si, lo infastidisce. Adora la sabbia, ma odia averla addosso, graffia la pelle, quando si muove fa un rumore fastidioso, e.. questi due motivi sono già abbastanza validi per Judal.
Sta per fare un passo avanti, ma si ferma di colpo. Una breve scossa seguita da una calma a dir poco surreale, ma ciò che gli suscita particolare curiosità è la giovane ragazza apparsa alle sue spalle. Non capita spesso di fare incontri simili, in mezzo al deserto poi, e quei pochi avvenuti non erano di certo tutti rose e fiori.
<Saresti?> Chiede alla giovine. Si volta verso di lei, del Rukh nemmeno l'ombra, pare non sia un corpo reale.