Lost Chapter of Runeterra

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DarkStilgar
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    [01/05/2016] Venti di tempesta [QUEST/GRUPPO 2]

    Alereku
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    Messaggio Da Alereku Dom Lug 10, 2016 3:21 am

    Il cuore gli martella il petto, durante il discorso era avanzato di qualche passo cercando di rendere più convincete il “discorso”, ma chinandosi mentre lo faceva, non del tutto convinto di volersi avvicinare al corvo.
    Peccato però, che il suo misero tentativo di spalleggiare Erin sia stato inutile.
    Infatti il corvo, parlando continuamente la sua lingua così simile ma diversa dalla loro, li aveva invitati a riposare le stanche membra.
    Il volto del ragazzo si acciglia, non si sentiva per niente stanco, erano stati seduti fino a qualche momento prima, e non stavano neppure correndo. Forse, l’unico che aveva bisogno effettivamente di riposare, era Yoko, principalmente per la ferita. Anche se sembrava il più attivo del gruppo…

    Confuso, era molto confuso.
    Prima il corvo, poi Erin, poi Yoko, e ora ci si doveva mettere anche Purscei.
    Non che effettivamente il cinghiale lo facesse apposta, ma dato che gli aveva rivolto la parola cercando di convincerlo di partecipare al banchetto, non poteva non rivolgergli la smorfia confusa che aveva in volto.
    Che fosse una magia, una semplice mutazione dei demoni, o qualsiasi altra cosa, il ragazzo non se la spiega. Il demone cinghiale è più alto di mezzo metro e il pelo era talmente lucido che se fosse stato leggermente più chiaro, ci si sarebbe potuti specchiare. Ma per qualcuno che ha affinato l’udito nelle immobili foreste Ioniane, non erano dettagli rilevanti.
    La cosa che lo colpiva di più era il tono della voce. Quasi non volesse disubbidirgli, quasi che fosse un ordine indiscutibile, non voleva contraddirlo, era profonda, raffinata, era come… il corvo, la versione autoritaria del corvo.

    La faccia di Shiro cambia da confusa a sbalordita, con la bocca semiaperta e lo sguardo incredulo.
    Stava anche per chiedere se fosse veramente Purscei, se non fosse che la sua età da adolescente lo fa concentrare su un'altra voce.
    Erin che lo guarda sorniona in volto lo fa tornare nuovamente confuso, nonostante apprezzasse il sorriso, sorridendo a sua volta e arrossendo leggermente. Anche se le parole pronunciate di seguito lo confondono per l’ennesima volta.
    Inutile dire che la sua espressione era tornata come la precedente. “Lady Robin…? Governatore Wyatt… di Granbosco? Ma Wyatt chi… ma… che…” il volto non si accende come prima quando si ricorda che Erin in quel frangente stava mentendo, recitando, anzi, sospira come a richiamare altre forze per fornirle aiuto.
    Fortunatamente però, il “nuovo” cinghiale si schiera dalla loro parte questa volta, la ragazza era riuscita a convincerlo, mentendo, certo, ma l’aveva convinto.

    Le carte sembravano in loro favore al momento, ad eccezione di Yoko, tutti volevano proseguire nel loro compito. Cosa che solleva leggermente l’animo di Shiro, riuscendo persino a pensare a un modo per non mentire ed aiutare lo stesso il suo gruppo.
    La voce sta volta, seppur rimanendo lenta, non occupava troppi secondi tra una parola tirata e l’altro, sembrava semplicemente calmo, nonostante l’espressione leggermente afflitta. <C-Cornelius… ci dispiace dover… non d-declinare… ehm… posticipare, come ho detto, il banchetto, ma…> anche con la “calma” mentale, non riusciva ad apparire nobile, ma dall’altra parte poteva benissimo apparire umile.
    Con una lentezza disarmante il ragazzo si inginocchia a terra, poggiando le mani sul sentiero e chiudendo gli occhi <…ci dispiace.> disse una volta chinata anche la testa. Gli dispiaceva davvero, grazie a Purscei era riuscito a immaginarsi che il corvo non fosse altro che un alta carica Ioniana e che li volesse semplicemente ricompensare per il loro coraggio, quindi aveva trovato la sua stessa idea di posticipare ottima. Non declini e concludi l’opera.

    E per fortuna che quella piccola scena era riuscita a farla prima che Erin sussurrasse al gruppo quelle parole con un doppio senso fin troppo sottile a proposito dei corvi. Si alza in piedi deglutendo, perdendo l’espressione afflitta e cambiandola con una preoccupata.
    Effettivamente, modi a parte, il corvo poteva benissimo girarsi e attaccarli seduta stante, e potevano benissimo esserci suoi simili nei dintorni, come non era riuscito a notare i mostri sulla sabbia, poteva non notare i “colleghi” del principe.
    Il cuore torna a martellargli il petto e le sue gambe si muovono con fin troppa fretta accanto ad Erin, mostrandole la sua espressione particolarmente accentuata e buttando fuori un grande carico d’aria, come ad alleggerire un peso crescente sul petto.
    “Per gli spiriti, lasciaci proseguire…”
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    Messaggio Da Myridar Sab Lug 16, 2016 6:34 am

    Sasame ha le orecchie tese ad ascoltare tutto quello che si dicono i presenti, ma essendo piene di grandi parole e grandi concetti e sopratutto rigiri di parole, poco ci capiva, annuisce quindi leggermente alle parole del corvo < Capisco! > e quindi sposta lo sguardo verso gli altri del gruppo che sembravano intenti a provare a declinare l'invito del banchetto fattogli poco prima dal gruppo di individui, o meglio corvidui. Quello più su di giri sembrava Yoko, che forse per colpa della ferita dapprima presa sembrava essere in totale rigetto verso i due "demoni", Sasame quindi prende la parola, senza neanche ascoltare i piani degli altri troppo difficili per lei < Ma... se accettiamo di venire a mangiare con voi, visto che portiamo l'idromele e amici, potete farci un favore anche voi? > chiede con occhioni totalmente ingenui, indicando quindi la gamba di Yoko < Vedete, lui si è fatto male prima, se foste in grado di curarlo sarebbe il massimo! > annuisce più volte, per poi seguire con lo sguardo il corvo che si addentrava nella foresta.
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    Messaggio Da DarkStilgar Sab Lug 16, 2016 10:58 pm

    "In verità, piccolina, già le nostre signorie lo fecero quando ci parlaste di cotal attacco da parte di siffatti villani mascalzoni.. ma pare che il vostro amico non abbia notato il sottil cambiamento oscurato da così forte accidia... ahh quel disgrazia a volte l'indole umana.... un misterioso tesoro colmo di aspro fiele..."

    Spoiler:

    Il corvo continuò semplicemente a camminare incurante se il gruppo effettivamente lo seguisse e continuò "Non sia mai detto che la signoria nostra obblighi qualcuno a presenziare al suo banchetto, se avete altri impegni non vi tratterremo oltre, per quanto la vostra presenza sarebbe indubbiamente gradita almeno quanto quella di quel delizioso idromele. Se vorrete venire vi attenderò poco più avanti, sul fiume.. se invece deciderete di proseguire non possiamo che augurarvi ogni fortuna."

    Pochi passi dopo il corvo era svanito alla vista roteando il bastone da passeggio come neanche Charlie Chaplin sapeva fare.. chi fosse poi questo Chaplin i personaggi sicuramente non lo sapevano. Il sentiero dove si è avventurato il demone resta tuttavia lindo, pulito e assolutamente privo di qualunque ostacolo, in caso i personaggi decidessero di cambiare idea.
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    Messaggio Da Sahira Lun Lug 18, 2016 2:26 pm

    Finito di architettare un modo per comunicare i suoi pensieri in modo velato, Yoko pare decisamente fregarsene di tutto il suo piano, forse ancora arrabbiato per le piante intagliate.
    Ignorandola totalmente, afferma di star solamente perdendo tempo, iniziando ad incamminarsi da solo.
    Erin storce la bocca e stringe gli occhi.
    <Sei già zoppo, vuoi anche incamminarti da solo? Dacci un at-> Lo sguardo inevitabilmente si posa su MantoBianco. Un altissimo MantoBianco in piena e finale trasformazione.
    <...attimo?> Conclude, in ritardo.
    Guarda Purscei dal basso della sua altezza, col naso all'insù e gli occhi sgranati, sbattendo un paio di volte le palpebre.
    <Oooh!>
    Accenna una risata.
    <Ora mi sento deeecisamente piccola e bassa>
    Continua a non capirci granché sulle trasformazioni del cinghiale, ma finché fa il cordiale...

    Comunque sia, in effetti non può che dare ragione al demone sul fatto dei cinghiali golosi, anche se i corvi lo sono decisamente di più perché sono anche intelligenti.
    <Eh... sì... però...>
    Storce la bocca, confusa.
    “Aspetta. A proposito di intelligenza”
    Voleva essere informato quanto prima del Governatore? E glielo sta dicendo anche lui sottovoce?
    “Siamo sicuri che stia reggendo il mio gioco bluffando? Oh no... Ma lo sa benissimo che non dobbiamo andare da un Governatore!”

    Ancora perplessa, si massaggia la fronte rimanendo in silenzio, lasciando che siano gli altri a parlare mentre lei cerca di capirci qualcosa.
    “Santo cielo...”
    Blocca il movimento della mano quando guarda la gamba di Yoko, dopo che il corvo lo fa notare, e si accorge che è effettivamente guarita.
    Socchiude le labbra cercando di dire qualcosa ma ne esce un versetto strozzato.
    Ora è ancora più confusa.

    I principi corvo svaniscono.
    Silenzio.
    Gli occhi di Erin vagano tra il nuovo sentiero e la gamba di Yoko, più e più volte.
    Dopo un'eternità rompe il silenzio, passandosi le mani sulla faccia e portando la frangia all'indietro.
    <Va bene, erhm...>
    Rimane con le mani sulla testa, la fronte bianco latte scoperta, quasi l'unica cosa del suo viso a non essere rosea.
    Sbuffa.
    <Sapete, quando facevo i capricci mamma diceva che ero una brava attrice! Aveva ragione>
    Quasi scoppia a ridere per quella stupidaggine.
    Lascia vagare gli occhi in giro. Davvero li ha lasciati andare? Senza insistere? Così sicuro di sé, come se, ancora, fosse convinto che tanto lo avrebbero seguito?
    Si schiarisce la voce, non mollando la testa, come una disperata a cui sta per esplodere.

    <Va bene...> Ripete ancora, per poi continuare con falso entusiasmo.
    <Come sono andata Sparrow?!>
    <...vuoi d~davv... > Un fischio, un ripensamento. <Non e~era Lady Lancaster di Piltover quella, ma una demaciana scadente. S~sei fuori allenamento>
    La ragazza molla la testa, la frangia rimane scomposta. A conti fatti pare quasi parlare da sola, gesticolando pure. Ancora più pazza.
    <Ehi, intanto siamo vivi. E poi le nobili demaciane non sono così intraprendenti!>
    <...  appunto, s~scadente. Loro si fa~fanno comandare a bacchetta>
    <Esatto! Ero una borghese piltoveriana!>
    Parte una risata bassa, sia per il volume che per voce.
    <Te l'ho detto che ci saremmo divertiti Passerotto!>
    Erin da una pacca sulla spalla a Shiro, mentre la sua risatina si fa sempre meno convincente.
    <No?>
    Si era addirittura prostrato al demone per fare scena -o almeno lo spera lei – certo che si sta divertendo!
    <Poveri~i noi...>

    Fatto sta che ora sono rimasti da soli, o così pare. Non si sente affatto sicura.
    Sospira.
    <Ok, va bene. È andato tutto bene alla fine! Credo... magari adesso non ci attaccheranno più  demoni perché abbiamo portato rispetto alla loro autorità suprema! Chissà se la cosa vale pure per gli altri...>
    Scuote la testa.
    <Ho fatto la stupida perché non volevo ci attaccassero e non volevo combattere, ok? Meglio fare i gentili. E poi, insomma, non vogliamo mica ucciderli ma ristabilire la barriera!>
    Porta nuovamente le mani alla faccia, coprendo un po' la bocca. La voce ne esce leggermente ovattata
    <Sono confusa va bene? Molto. Confusa>
    Porta giù le mani tirando leggermente le guance all'ingiù mentre lo fa, così da apparire ancora più disperata. Tira un altro sospirone.
    Indica il sentiero coi cristalli con un braccio ma le viene qualcosa in mente all'improvviso e per un attimo esita a distendere del tutto l'arto.
    <...dovevamo andare di qua, quindi...> Guarda Purscei, sollevando la testa e spostando pure dei ciuffetti, sistemando quindi la frangia rimasta spettinata da prima.
    <Fai strada? La mia promessa è ancora valida! Stai... stai attento, alla minima cosa strana che senti dillo> Si mordicchia il labbro.
    <Se vuoi faccio strada io, ecco>
    Si incamminerebbe dopo Purscei quindi, o in testa al gruppo in caso accetti, un po' insicura e non del tutto convinta di ciò che ha proposto. A braccia conserte, si guarda attorno con ovviamente sempre gli uccelli a darle man forte.

    <Comunque non sono pazza, Lady Protettrice e Wyatt di Granbosco esistevano davvero. Anzi, esistono ancora, da qualche parte a casa mia>
    Inizia a spiegare un po' a bassa voce, cercando forse di non ricadere nello stesso silenzio della precedente camminata. O per giustificarsi.
    <Nei racconti di mio fratello, almeno. Ogni tanto scriveva delle storie e le recitavamo. Essendo povero di fantasia usava il suo nome ed il mio>
    Si sente un fischio basso proveniente dalla Gabbia.
    Erin ridacchia, divertita.
    <Era una storia carina però. Io ero colei che doveva difenderlo! Come al solito, aggiungerei> Continua, fiera, prima di posare lo sguardo su Shiro in particolare. Se fosse in testa al gruppo si volterebbe un attimo, ovviamente, camminando all'indietro. Tanto ha Wyatt dietro.
    <Mh. Voi... voi siete tutti di Ionia giusto? Avevamo visto un disegno sul Placidium e aveva ambientato una cosa lì. Sarebbe figo andarci!>
    Poi guarda Purscei, o almeno ci prova visto quant'è alto. Però è profumato. Non che le piacciano i funghi, però almeno non puzza.
    <E magari festeggiare lì la riuscita della nostra missione! Con un banchetto, sì!>
    È probabile che ad Erin sfugga il vero utilizzo del Placidium, immaginandolo come un luogo pieno d'acqua, montagne e magia.
    <E giuro, costringerei Wyatt a bere il tuo idromele se potesse! È buonissimo e...
    oh... è la Lady Protettrice Erin che fa Lancaster di cognome. Non io> Accenna un sorrisino prima di dare un'ultima precisazione e serrare le labbra, facendo spallucce.
    <Io sono Resnick. Ci... ci tenevo a precisarlo>
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    Messaggio Da James krik Lun Lug 25, 2016 9:30 pm

    Pürscei era confuso. Ma non quel dolce stato di confusione che è dettato da una bevuta eccessiva a cui si concedeva almeno una volta al mese, era quella confusione che lo attanagliava al cervello e gli impediva di capire che cavolo stesse succedendo.
    Si porta la mano sulla fronte con calma, senza fretta, massaggiandosi poi le tempie per un istante per capire un attimo tutto quello che stesse accadendo attorno a lui.
    Shiro pare osservarlo con interesse e ammirazione e la cosa lo fa sorridere appena, sospira a fondo e si mette a braccia conserte vedendo i principi sparire nella vegetazione con eleganza.
    Una volta andati, si gira verso Erin osservandola inarcando un sopracciglio.
    Lei era la causa della sua confusione, ma al momento non sapeva se fosse una cosa buona o meno.
    Parlava a vanvera e gesticolava, affermava che tale governatore di Granbosco esistesse nelle storie di sue fratello e altre farneticazioni che al momento non capiva.
    Era confuso.
    Fortunatamente il resto del suo discorso era meno difficile da comprendere al momento.
    Fece un semplice cenno di assenso e cominciò ad incamminarsi tenendo il randello con una singola mano senza problemi, prima di rizzare le orecchie per ascoltare che diceva ancora la ragazza.
    <Io? Ioniano? Non mi fraintende signorina, ma non sono certo di questo mondo. Runeterra è certamente una terra particolare e altresì variegata, ma non può certo essere la casa di origine di un nobil demone come me.>
    Sorride
    <Ma un banchetto non andrebbe MAI rifiutato> sottolineò per bene il mai tirando un occhiataccia ad Erin
    <Per cui accetto la sua proposta. Le conviene tenere fede alle sue parole. Sono uno con la memoria estremamente lunga>
    Si rimise a guardarsi attorno con circospezione prima di sorridere pieno di orgoglio e accarezzare l’otre.
    <E grazie per il compliemento.>
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    Messaggio Da Alereku Ven Lug 29, 2016 9:14 pm

    Il cuore salta un battito non appena il demone corvo riapre bocca, e nonostante continuasse ad usare una dialettica troppo raffinata per il giovane, le parole importante le recepiva.
    Guarda la gamba di Yoko coperta dalla sua stessa manica con diffidenza, non potendo controllarne l’effettiva guarigione e sospira sollevato non appena capisce che non li avrebbe costretti a partecipare al banchetto.

    Dopo vari momenti di silenzio in cui, forse, i presenti rimuginavano sul da farsi, Shiro continuava a guardare il punto dov’era svanito il corvo, nello stesso modo in cui era apparso, dal nulla.
    E’ Erin che lo risveglia da quella stasi, facendo una battuta abbastanza sciocca, ma lo fa sorridere. Sorriso che si accentua una volta voltatosi verso di lei e aver visto la reazione della ragazza.
    Certo, il monologo con Sparrow non se lo aspettava, ma il colpo alla schiena nemmeno.
    Si sbilancia un attimo riacquistando velocemente l’equilibrio. Posa la mano confuso dove gli era arrivata la pacca e poi guarda nuovamente Erin. Chiude gli occhi. Un altro sorriso.

    Finalmente, dopo una pausa che sembrava eterna, la loro compagnia riprende a muoversi.
    Il ragazzo si lascia distrarre nuovamente da Erin, trattenendo le risate per la nuova reazione della ragazza, visto il mondo in cui spiega la sua recitazione al gruppo.
    Una volta in movimento, la ragazza aveva deciso di coprire quel silenzio opprimente con informazioni di vitale importanza, almeno per Shiro.
    La guarda con estremo interesse, completamente ignaro del sorriso che aveva sul volto, quasi si fosse dimenticato dove si trovasse.
    Storie col fratello, forse non lo colpivano solo perché era la ragazza a dirle, ma anche perché Shiro ha passato una vita piuttosto solitaria, al suo villaggio, è naturale per lui concentrarsi su quei dettagli.

    <…ah. Ehm… sì, nato e cresciuto a Ionia…> risponde alla ragazza, un po’ intimidito dallo sguardo diretto a lui, ma lo distoglie e questa volta non trattiene le risate alle seguenti parole. <…pff… il… Placidium… un… un…> si copre il volto con la mancina cercando l’impossibile impresa di non farsi vedere o sentire in quello stato, di non farle capire che stava ridendo di lei.
    Si schiarisce la gola, e fa uscire un ultima risata, prima di continuare <…il Placidium è un luogo mistico dove le più alte cariche Ioniane si riunisco per meditare e cercare l’illuminazione spirituale, non è un luogo di festeggiamenti… pensavo fosse conosciuto in tutto il mondo!>
    Osserva Erin concludere il discorso e correggere il cognome che aveva sentito, Shiro lo sussurra tra le sue labbra un momento, accentuando il sorriso <…Resnick…>.
    Rialza lo sguardo e, coprendo i pochi metri che li separavano, si avvicina all’orecchio della ragazza per sussurrare il suo, di cognome, volendo farlo sapere solo a lei. <…il mio è… è Mori…> per poi tornare indietro di alcuni passi e chiudere nuovamente gli occhi.
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    Messaggio Da Sahira Lun Mag 01, 2017 10:45 pm

    Il passare del tempo è un concetto astratto. Alcuni attimi possono durare secoli, altri possono durare pochi secondi. È tutto basato sulla soggettività.
    In un mondo come Runeterra, dove la magia in alcune aree imperversa senza alcun limite, il tempo può essere un concetto ancora più distorto.
    Quando ti ritrovi a vagare per una foresta infestata da demoni per almeno un anno ma non te ne rendi conto, quando neanche la fame e la sete ti fanno notare che sei bloccato nel nulla del tempo... allora due domande te le fai.
    Sopratutto se sei una maga, e la tua sensibilità a quelle cose è esponenzialmente aumentata.
    Nessuno, nel suo gruppo, sembrava essersi accorto di nulla. Persino Purscei continuava a camminare, quindi era da escludere che fosse opera del suo idromele.
    <Passerotto, hai mai avuto l'impressione di essere come... bloccato?>
    <Intrappolato dici? Non è una sensazione nuova neanche per te, E-Erin>
    <Lo so, ma...>
    Si voltò verso Shiro e agitò le braccia.
    <Ehiii!>
    Nulla.
    <Vedi? È una sensazione differente. È come se fossimo solo io e te, qui. Da quant'è che camminiamo?>
    <I-io... non lo so> Rispose Wyatt. <Riesci a fare altro, oltre camminare?>
    <Uhm...>
    Erin si fermò. Non era per nulla stanca, neanche fisicamente. Anche i suoi compagni si fermarono insieme a lei.
    <Uuuh, come marionette!> Fece un passo, e lo fecero anche loro. <Che figo, seguono tutto ciò che faccio!>
    <Ma... non ha senso>
    <Che importanza ha? Ha forse senso il fatto che vaghiamo per più di un anno? E che me ne sia accorta solo ora?!>
    <Beh... no. Ma allora perché loro non si accorgono? Perché non possono usare la magia?>
    <Oh... non saprei. Forse è un segno! Forse noi possiamo andare via e lasciarli qui!>
    Sembrava entusiasta all'idea, ma Wyatt era perplesso.
    <Continuo a dire che non ha senso. E poi, li lasceresti davvero qui?>
    <Beh... >
    Li guardò.
    <Se quindi ho il controllo su tutti e molto di più...!>
    Decise di provare qualcosa.
    <Sasame, scendi da lì!>
    La piccolina in effetti scese giù da Purscei e le si parò davanti con i suoi occhioni, scodinzolando.
    Erin la scrutò, picchiettandosi il mento con un dito.
    Orecchie da gatto... coda da gatto...
    <Mmh... mmh...>
    All'improvviso l'illuminazione. Il suo viso si accese, i suoi occhi si accesero e fece un saltello, indicandola.
    <SEI UNA VASTAYA!>
    Sasame inclinò la testa. E basta.
    <Erhm... Erin?>
    <Non abbiamo mai visto una vastaya Wyatt, e ne avevamo una sotto gli occhi per tutto questo tempo! Oooh chissà da che tribù viene! Da quella dei gatti sicuramente! Certo, non credevo ne esistessero di così piccoli, ma forse ha preso questo aspetto perché gli yordle sono bassi, e magari le piacciono gli yordle quindi ha deciso di essere una nana vastaya yordle!>
    Beh, il ragionamento non sembrava fare una piega... o almeno per Wyatt, che sotto sotto se ne stava fregando della vastaya.
    <... sì Erin, certo... possiamo andare via?>
    <Ops, scusa, troppo entusiasmo. Andiamo, andiamo!>
    Fece marcia indietro, ma dopo pochi passi si fermò.
    <Erhm... Wyatt, ma siamo su un'isola, come pretendi di andare via?>
    <Sai benissimo come potremmo andarcene, Erin>
    <Ma... no! Ci sarebbero troppe conseguenze, sai che non le voglio!>
    Wyatt emise un suono che pareva un sospiro.
    <Credi che in questo stato dei fatti ce ne possano essere? Ti prometto che non succederà niente>
    <Sicuro?>
    <Sicuro>
    Erin si strinse tra le braccia.
    <D'accooordo...>
    Schioccò le dita e Robin, che per tutto quel tempo aveva volato sopra le loro teste vigilando sul nulla cosmico di quella foresta, scese giù, appollaiandosi sul suo braccio.
    Erin poggiò la mano sulla sua testolina, iniziando ad drenarne completamente l'energia dall'uccellino, che si spense del tutto dopo averle ordinato di tornare nella gabbia.
    Il suo aspetto era pressoché inalterato, se non fosse per gli occhi luminosi e le radici a percorrerle la pelle, fin sopra il collo
    <Beh...> La sua voce era doppia adesso, sia normale che robotica, ma per quanto fosse inquietante lei parve non farci caso più di tanto.
    <Sei sicuro che funzionerà?>
    <Sicurissimo>
    Erin tirò un sospiro per scaricare la tensione, poi chiuse gli occhi e si concentrò intensamente sull'energia di Wyatt.
    Facendo uno sforzo irrisorio data la natura del limbo dove si trovavano, tirò questa fuori dal passerotto, finendo nelle sue mani. Era come un globo di luce verde intensa, ma non accecava affatto, non lei almeno. Era tutto ciò che rimaneva del fratello.
    Erin la fissò come ammaliata, e all'improvviso quell'energia si espanse, piroettò attorno a lei un paio di volte e poi tornando di fronte a lei prese le sembianze umane di Wyatt, in forma di compatto fumo verde. Le sorrise, e dopo averle accarezzato una guancia e averle illuminato il viso con nuove radici d'energia sotto la pelle, la costrinse mentalmente in ginocchio.
    Si fece di nuovo pura energia, trasformandosi in un fulmine verde che la colpì in pieno petto.
    Erin barcollò, ma non cadde, e fiamme verdi, azzurre e viola iniziarono a circondarla, mentre gli indumenti a contatto con le ustioni luminose che aveva sul corpo iniziarono a prendere fuoco. Voci iniziarono ad infestarla la mente, ma poi tutto d'un tratto tutto tacque. Rimase solo un rumore, quello dei cristalli azzurri che andavano a formarsi lungo i suoi arti e sui suoi zigomi, dandole degli artigli. Salivano fino al gomito e il ginocchio, conficcandosi nella pelle ma senza provocarle alcun dolore. Era come se le ustioni avessero bruciato così tanto la sua pelle da averla trasformata nel suo stesso elemento magico.
    Gli occhi erano completamente verdi come due faretti, e lungo tutto il corpo vi erano solo radici luminose.
    Ancora inginocchiata, rise.
    Ma non rise con solo la sua voce, bensì con l'aggiunta di quella di Robin e quella di Wyatt metallico. Era un peccato che nessuno fosse lì a vederla.
    La sua risata fu sguaiata, un po' cattiva, inquietante.
    Non appena si rialzò da terra, dalla sua figura partì come una scarica che cristallizzò i dintorni, e sotto di lei iniziarono a cadere ciocche di capelli perché alle sue spalle, di botto, comparvero come in un'esplosione d'accecante luce delle grosse ali di fumo verde.
    I suoi piedi si alzarono dal terreno, e si voltò verso gli altri, tornando a parlare.
    <Il pettirosso se ne va!>
    Urlò, con la sua impetuosa voce dell'altro mondo.
    Piroettò su se stessa e, dopo aver ordinato loro di seguirla sulla spiaggia, li costrinse a salire sulla nave.
    Una nave piena di cristalli. Alimentata a cristalli.
    Il pettirosso si limitò a poggiare un artiglio sulla nave, stabilire una connessione con l'intera nave e ordinarle di riportare tutti a casa.
    Facile. Veloce. Utile.
    Ma lei non salì sulla nave. No, preferiva vedere il mondo in volo, una volta tanto. Quella era la libertà, e la stava donando anche agli altri.
    Il ghigno solito di Wyatt si stagliò sul suo luminoso viso.

    “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”

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