E' una notte particolarmente buia questa, col cielo illuminato da una finissima falce di luna, quasi abbia paura a mostrarsi, e porta decisamente poca luce a Ionia e ai suoi abitanti, ormai addormentati nelle loro abitazioni. E' anche mezzanotte, l'ora in cui gli spiriti sono più attivi secondo le leggende popolari, in cui la distanza tra il mondo dei viventi e l'Altro sembra assottigliarsi e sfumare. Ma non è uno spirito comune o fantasma locale quello che si aggira per le strade buie come la pece di un paesino assonnato e racchiuso nel silenzio mortale del sonno. E' un abominio, qualcosa di tremendamente sbagliato, che non dovrebbe vagare sulla terra né in quest'ora della notte, né in questo villaggio innocente, e sembra in tutto e per tutto un incubo troppo vivido reso vero dal terrore di qualcuno. E' alto, molto alto, molto più di due metri e non tocca terra, levitando ad un paio di spanne dal terreno e lasciandosi dietro un lieve sollevamento di polvere e strano fumo nero, impalpabile, mefitico, gelido. E' un mantello, nero dalla fodera rossa, strappato in fondo, logoro e consumato da secoli di vagabondaggio in cerca di vittime per saziare la sua fame. E' una moltitudine di maschere, che risaltano appena nel buio: sette, sei sul davanti e una sulla schiena. I loro occhi vuoti sembrano scrutare nelle case che la creatura attraversa per cercare la preda perfetta, le loro bocche pregustano anime innocenti tutte da strappare, calde e pulsanti come cuori viventi. Lo spettro ignora totalmente passandoci attraverso qualsiasi cosa si pari davanti al suo cammino, apparentemente già scritto e che lo guida silenzioso per le viuzze umide e scure, di terra battuta. Passa di fronte ad una stalla: alcuni animali si svegliano di soprassalto, un vecchio cane guaisce spaventato e si accuccia a terra, le galline iniziano a starnazzare ma si zittiscono subito dopo quando il gelo arriva anche a loro, le pecore si radunano nell'angolo più lontano dalla creatura. E' lì, in quella piccola fattoria che si trova la vittima di stanotte.
Un lumino si accende all'interno dell'umile casetta di legno: un contadino si rialza dal giaciglio di paglia, strofinandosi gli occhi chiusi dal sonno e borbottando tra sé e sé. Le galline l'hanno svegliato, e se c'è una cosa che ha imparato è che fanno una guardia decisamente migliore del vecchio segugio, ormai troppo stanco per impegnarsi davvero contro i ladri. Portando il lanternino e vestito solo dalla camicia da notte, l'uomo si alza, facendo scricchiolare le assi del pavimento sotto i piedi nudi e dirigendosi verso la stalla. Spera proprio che non siano ladri stavolta; lui per sicurezza prende la zappa mentre esce fuori e si chiude la porta alle spalle.
Un lumino si accende all'interno dell'umile casetta di legno: un contadino si rialza dal giaciglio di paglia, strofinandosi gli occhi chiusi dal sonno e borbottando tra sé e sé. Le galline l'hanno svegliato, e se c'è una cosa che ha imparato è che fanno una guardia decisamente migliore del vecchio segugio, ormai troppo stanco per impegnarsi davvero contro i ladri. Portando il lanternino e vestito solo dalla camicia da notte, l'uomo si alza, facendo scricchiolare le assi del pavimento sotto i piedi nudi e dirigendosi verso la stalla. Spera proprio che non siano ladri stavolta; lui per sicurezza prende la zappa mentre esce fuori e si chiude la porta alle spalle.