Solomon è a terra, il braccio sinistro che non riesce a muovere per il dolore, la gamba destra con taglio netto da cui esce il nettare rosso che va a creare per terra una piccola pozzanghera. Ma nonostante tutto il dolore, tutta la paura, cerca di rialzarsi dimostrando di avere un corpo molto resistente e che la sua rabbia riesce ancora a sostenere il suo spirito, tenendo integra la sua mente ma...in modo poco efficace, " presto capirà...che non fuggirà...perché la sua morte...arriverà" pensa Jeptha mentre aspetta una risposta.
Il criminale riesce solo a mettersi in parte in piedi con la gamba sinistra e ancora con il patetico resto della sua arma, nella mano destra. Stringe i denti. Lo sguardo guizza ovunque. Il respiro è veloce e incontrollato. apre la bocca in segno di voler rispondere < R-R-Robert...? > chiede mentre volge lo sguardo alla sensazione di bagnato alla gamba destra per via del suo stesso sangue che bagna i pantaloni e rovina le scarpe che ha recentemente acquisito.
Tutto tace nuovamente in quell'inferno oscuro, qualcosa si sente però, non il rumore della spada che striscia a terra, ormai già taciuto dopo la risposta, ma bensì un ticchettio, metallo su metallo, ripetitivo ma regolato come un orologio, un rumore fisso e non troppo forte, secco e a stacchi di 3 secondi uno dall'altro.
Alcok, dopo quegli attimi di tensione con quel rumore nuovo alle orecchie di lama, si decide a rispondere < Vediamo...vediamovediamovediamovediamovediamo...3 per me e 0 a te, hai sentito? Lo definirei i ticchetìì del tuo orologio >, Solomon sembra essere confuso < O-o-orologio? > balbetta, < Tutti ne abbiamo uno, l'orologio della morte, un tempo limite, uno spiraglio in cui possiamo vivere la vita, io lo sento sempre, fa tic...tac...tic...tac...tic...tac>, il criminale si guarda attorno ancora più confuso < E c-c-cosa centrerebbe? La mia risposta è giusta?> chiede quasi più spaventato di scoprirlo eppure stare in quell'inferno statico non è tanto meglio.
Jeptha sospira " allora è davvero stupido" pensa, < Conta il ritmo di questo suono...> dice mentre il suono continua, fisso, uno ogni 3 secondi, < hai capito? 3 secondi e il tuo orologio va avanti, 3 a 0, 3 secondi e un TIC, 3 secondi e un TAC...capito brutto rifiuto? > spiega con tono di rimprovero, come se fosse un professore che sgrida uno studente perché non ha studiato, ma con un sottotono leggermente udibile, eco della sua pazzia, lo stesso concentrato di emozioni delle altre risate ma come in parte tenute controllate, nonostante si senta nella voce la presenza di queste. Dopo un'altra pausa il cacciatore di taglie continua < Ah scusa...la risposta è errata, se non lo hai già capito > afferma veloce, quasi senza pensarci, diretto, diversamente da prima, con naturalezza e tanta ma tanta gioia.
Nello stesso istante in cui Solomon lo sente rispondere è già troppo tardi, questa volta un attacco frontale, vede la luce verde ma è troppo veloce per lui, prova con un colpo dall'alto con l'arma ma il risultato è ovvio...viene sopraffatto, il cacciatore schiva il colpo mettendosi di lato e usa ancora la lama fredda, lunga e affilata per tracciare una linea dritta che parte dal polso fino alla spalla in un taglio diagonale, bagnando la lama di un rosso cremisi e facendo uscire il sangue in modo più forte rispetto alle altre ferite. Lama, sorprendentemente, rimane in quella posizione poco stabile, facendo penzolare anche l'altro braccio, l'avanzo di quella che era la sua arma cade a terra, i suoi occhi sono spalancati mentre urla dal dolore, nuovamente mentre il rumore metallico della spada che striscia a terra ricomincia.
< Elias, giovane che si apprestava a diventare un gioielliere, ma...il suo mentore e lui stesso sono stati ritrovati con numerose ferite da arma da taglio, precisando...gli hai ridotto le budella in poltiglia...il quarto nome...ORA!> sembra impaziente stavolta, il suo tono peggiora ad ogni nome sbagliato, sempre con quella sensazione che stia aspettando bramoso di affliggere sofferenze al criminale, di più SEMPRE DI PIU', ma calma, ci sono ancora due nomi da dire.
Lama rimane fermo, non muovendo niente a parte la testa, ancora nervoso ma la rabbia è quasi assente, gli occhi sono arrossati, forse a causa del fumo o delle ferite o forse perché non vuole battere le palpebre, avendo paura che venga attaccato in quell'attimo in cui non può vedere neanche la luce verde del visore, che anticipa l'avvicinamento del cacciatore di taglie. < SONO IMPAZIENTE, FORZA> dice questa volta Jeptha, spezzando lui stesso il silenzio, bramoso di sangue. Solomon ha il cuore in gola < ..H..H..Henry? > chiede.
Alcok sorride, i rumori cessano. Lama aspetta agitato, cercando di sentire qualunque suono. Il ticchettio ricomincia Tic..Tac..Tic..Tac, due secondi tra ogni ticchettio. Il criminale dopo aver contato i secondi è senza parole, pur lento di comprendonio come è lui, ha capito. Ha sbagliato. Verrà punito. < N-n-n-no...> comincia a sussurrare <n-n-no...> alza il tono leggermente <n-noooooooooooooooooo> arriva ad urlare, il ticchettio si interrompe e fa spazio alla sua risata malevola, cupa, divertita, metallica, gelida.
Questa volta Solomon non vede niente, solo la sensazione peggiore di tutte, un dolore immenso, la gamba sinistra stavolta, la carne viene tagliata dalla spada rovente ma non si ferma, avanza AVAnza AVANZA...e taglia del tutto la gamba sinistra di netto lasciando alcuni spruzzi di sangue dalla gamba tagliata, quasi del tutto cauterizzata dal calore della spada. Lama cade a terra di schiena nel suo stesso sangue, respira troppo velocemente, troppa agitazione, la sua mente sta cedendo del tutto.
< Gavin, vecchio lavoratore, ormai all'età in cui avrebbe dovuto smettere eppure continuava solo perché il lavoro era la sua unica ragione di vita otre ai familiari, è stato ritrovato dalla sua famiglia con il cuore perforato da un'arma, ovviamente mi riferisco a quel rottame che usavi per uccidere> dice mentre l'effetto del fumogeno comincia a svanire permettendo al criminale di vedere di nuovo qualcosa...ma ormai è inutile, non può muoversi, ogni suo arto è troppo danneggiato se non tagliato o quasi.
Solomon vede Jeptha, a coprire quel poco di luce che riesce di nuovo a vedere con la sua ombra, nelle due braccia impugna separatamente le due spade, quella lunga nella destra e quella larga e più corta nella sinistra, quella larga mostra la lama quasi rossa, sicuramente quella rovente, quella lunga invece mostra un rosso diverso che copre in parte la lama, rosso cremisi del sangue. Tutti questi dettagli con la figura di Jeptha coperta dall'ombra con una sola luce verde mentre ride come suo solito e alza il volto coperto dal metallo, al cielo mentre lo fa, con ancora il cappuccio a coprirgli la nuca. Alcok si abbassa con le due spade di lato andando all'orecchio di Lama < Tic..Tac..Tic..Tac..l'orologio della tua morte sta diventando più veloce ahahahahahahah ne manca uno...dimmi il quinto nome ora...> " ne voglio di più "< Adesso> " di più " < SUBIto> " DI PIU' " < IMMEDIATAMENTE > urla nell'orecchio del criminale provocandogli un grosso fastidio per poi restare in attesa, fissandolo senza muoversi di un millimetro da dove si trova.