Sparrow, inseguito da un gatto umanoide non se la passa molto bene. A parte il non essere mai stato bravo con i bambini, fortunatamente si tiene ben alto perché, a vedere la bambina saltare in quel modo semplicemente si terrorizza.
Per di più sente mille occhi addosso. Erin ha avuto davvero, davvero un'idea grandiosa.
Se Sasame si diverte come una matta, Wyatt vorrebbe solamente sotterrarsi.
Oh, una strigliata ad Erin non glie l'avrebbe levata nessuno.
Ragazza che praticamente sembra essersi persino dimenticata di lui al momento.
Che sottovaluti Sasame? Che sia troppo presa dal ragazzo?
Qualsiasi cosa stia pensando Wyatt sull'argomento sta rilegata in ferrosi ingranaggi, bulloni e magia. Davvero un peccato...
<Già, è vero>
Risponde la ragazza a Shiro.
“Sono i nostri ricordi che stabiliscono chi siamo, per quanto possano essere dolorosi”.
Se non fosse successo quel che è successo, lei non avrebbe mai incontrato Wyatt.
“Però...”
No. Altri però da cancellare, a cui non pensare.
Ci pensa il ragazzo stesso a distrarla, fortunatamente.
<Oh...> Mormora alla risposta sul marchio, non per delusione ma perché un po' non se lo aspettava.
Quindi non è lui ad attivarlo a piacimento.
Torna a guardare il disegno sul dorso per poi passare subito al suo, di viso. Sembra essere giù di morale per quella cosa.
<Ehi, pare seguire una specie di schema, non va a caso, forse reagisce a qualcosa, è da provare...> Aggiunge in un goffo tentativo di tirarlo su di morale. Lo aveva visto variare d'intensità un paio di volte mentre la muoveva di qua e di la. Magari bisogna solamente studiarlo un po'...
Comunque la nave si ferma, terminando per loro quella conversazione. Erin un po' se ne stupisce e ci rimane male, ma d'altronde aveva perso la cognizione del tempo da un bel po'.
Il suo “non abbiamo tempo” è stato più preciso di quanto si aspettasse.
E quindi il momento è giunto.
Rimane seduta lì dov'è, con quei fogli e il quaderno ancora in mano. Si guarda attorno per osservare gli altri, anche solo per capire se, come lei, qualcun altro è teso. Si sente un po' stupida ed esagerata.
La sua rassegna di volti viene interrotta subito dalla risata imbarazzata di Shiro.
Lei lo guarda confusa ma, quando il ragazzo le porge la mano per aiutarla ad alzarsi con quel fare galante ed estremamente imbarazzato - tanto che non la guarda neanche più, rosso come un peperone – ride anche lei, guardandolo divertita.
Non ci pensa due volte ad allungare la mano per afferrare l'altra con delicatezza, tirandosi su con eleganza mentre stringe al petto i fogli e continua a tenere gli occhi fissi su di lui.
<Grazie> Fa per continuare ma si interrompe, imprimendosi con più forza i fogli addosso.
Gli lascia la mano quando si accorge di star stringendogliela per sbaglio, afflosciando morbidamente il braccio sul fianco e non lo segue, rimane lì imbambolata a guardarlo allontanarsi pensando a chissà.
Intanto Sparrow, che continuava a scappare da Sasame, quando arriva al bordo della nave e vede della terra pian piano rallenta la sua corsa.
Avesse avuto degli occhi normali li avrebbe strabuzzati a veder la bambina che per poco non cade giù. Si limita a socchiudere il becco e a sopprimere l'istinto di urlicchiare come una femminuccia, che in questo caso sarebbe diventato uno stridulo cinguettio probabilmente.
Sollevato dal fatto che la piccola non si sia fatta nulla e che si sia finalmente dimenticata di lui e terminato il suo orribile compito torna da Erin, cogliendo l'ultimo frammento dell'aiuto galante di Shiro e il successivo sguardo imbambolato della ragazza.
Le si para davanti non permettendole di continuare a guardarlo.
Cinguetta basso per attirare ancor più la sua attenzione.
“Ops”.
<Scusa Passerotto. Torna dentro>
Con un fischio basso che suona tanto come un sospiro, quello obbedisce tornando dentro la gabbia.
Riposti gli oggetti nelle tasche, decide di lasciare lo zaino lì, in un angolo, nonostante Ryu non le abbia risposto.
“Esercizi di rilassamento, forza Erin, dai”
Si avvia a passi lenti e misurati verso l'uscita, con Sparrow in spalla che spera di rimanere un attimo da solo con la ragazza visto che avevano pure perso del tempo. E invece no, qualcuno ancora c'è.
Si ferma all'inizio delle scale, ammirando l'isola dall'alto e cercando di scorgere una qualche struttura al centro, magari.
E pensare che prima pioveva. Chissà quanto sono lontani da Ionia continente adesso.
Nonostante il paesaggio mozzafiato Erin è ormai troppo tesa pure per poter pensare di desiderare di imprimere quella meraviglia su un foglio.
<Già, la neve>
È il distratto commento a bassa voce alle parole di Judal la cornacchia grigia che contento per la montagna è rimasto lì.
<E potrai addirittura toccarla>
Si stringe nelle spalle mentre inizia a scendere lenta fino alla spiaggia, arrivando lì che Purscei ha già aperto, divorato e sta offrendo i cocchi a Shiro.
Si avvicina a lui appunto ma nel frattempo studia l'ambiente più da vicino.
Guarda la montagna senza punta, voltandosi verso la nave. Possibile che...
“Santo cielo, quale forza della natura potrebbe mai tagliare una montagna per costruirci un'aereonave alimentato a cristalli...? Natura e progresso...”
Comunque troppo, troppo silenzio. Sembra essere in un'isola deserta, priva di vita. Non è di certo normale.
Guarda con titubanza i cocchi, Sasame che addirittura assaggia da brava piccola ingenua.
<Ragazzi... io non credo sia una buona idea assaggiare i cocchi. C'è troppo silenzio, per quanto ne possiamo sapere l'intera isola è avvelenata da qualche demone strano, cocchi compresi, e gli animali sono tutti morti.>
Sospira. Fossero davvero avvelenati Sasame che è mezza animale se ne sarebbe accorta? Chissà, ma l'idromele offerto da Purscei le sembra più sicuro, non sa se è normale o no.
<Loro sono più sensibili di noi. Fiutano il pericolo. Se questo posto è infestato da demoni saranno tutti al sicuro nelle loro tane, cercando di far meno rumore possibile per non farsi stanare. O forse sono scappati in un posto sicuro. Insomma, spero sia così, ecco.>
Guarda Purscei.
<Voi demoni avete dei sensi più sviluppati dei nostri, come gli animali? Se così fosse con questo silenzio saremmo rumorosi come un elefante che sbatte continuamente su un'enorme campana ogni volta che fa un passo...> Si ferma e fa una faccia schifata mentre guarda a terra. <Che esempio orribile... Beh ma non abbiamo altra scelta, quindi...>
Muove due primi passi verso la foresta a ovest. Deglutisce, si ferma e si volta, ostentando sicurezza.
<I gruppi li avevamo già fatti ed eravamo tutti d'accordo se non sbaglio. Yoko, Sasame, Purscei e Shiro, a rapporto!>
Li guarda ad uno ad uno, soffermandosi su Shiro... perché sì.